Home Le nostre campagne Bandi di progressione interna CNR (art. 15) Articolo 15 al CNR : il grande imbroglio
 
Articolo 15 al CNR : il grande imbroglio PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Lunedì 24 Febbraio 2014 23:22

Nel profluvio di comunicazioni sulla ricerca di personale interno che il direttore Generale del CNR dott. Paolo Annunziato invia, con cadenza quasi quotidiana, al personale dell’Ente ha fatto capolino il 27 gennaio u.s., la laconica nota 6674, in cui lo stesso Direttore informava i ricercatori che il TAR del Lazio, accogliendo le istanze dei ricorrenti, aveva nuovamente sospeso il bando di concorso relativo alle ormai famigerate progressioni di carriera ex Art.15.

Non si è evidentemente trattato di una breaking news… La notizia della decisione del TAR era ampiamente circolata già pochi giorni dopo la sentenza (il 10 gennaio), ed anzi i ricercatori erano in attesa di un segnale in merito da parte dell’Ente.

Certo, il D.G. avrà dovuto attendere i tempi tecnici di notifica per dare formale comunicazione (ma quanto tempo ci mettono ad aprire una PEC ?) , per cui a stupire non è la latenza quanto l’assenza, visto il profilo basso, bassissimo, assunto da Direttore Generale, Presidente e Dirigenza tutta dell’Ente in merito a questa, ormai grottesca, vicenda.

Più precisamente, ad essere basso è il profilo tenuto nelle dichiarazioni ufficiali, visto che in diversi incontri il Presidente vola alto, affermando che l’attuale bando, non si capisce se a causa o indipendentemente dalla sentenza dal TAR, sarà annullato. Al suo posto ne sarà pubblicato uno nuovo che tenga anche conto delle osservazioni mosse dal Ministero della funzione Pubblica, circa l’incongruenza dei bandi ex art.15 con la normativa “Brunetta” che vieta i concorsi riservati, imponendo che almeno la metà dei posti messi a bando sia aperta (e dunque non per sola progressione interna).

Dunque, dietro i laconici comunicati ufficiali si cela un’altra ben più oscena verità. I concorsi per la progressione di carriera dei ricercatori, che si sarebbero dovuti indire quattro volte, sono di là da venire. Dovremo aspettare ancora a lungo vedere riconosciuto un diritto contrattuale, con in più una decurtazione di risorse che ridurrà i già pochi posti messi a bando (che per contratto dovrebbero invece essere congrui).

Ma non basta. La “Brunetta” era già in vigore all’atto della pubblicazione del bando oggetto delle sospensive TAR, per cui è lecito chiedersi, perché non tenerne conto in prima (o almeno in seconda) istanza, visto che il bando è stato già ritirato e sostituito (da uno identico, episodio forse unico nella lunga storia italica dei concorsi pubblici)?

Il motivo può essere solo uno. Il Presidente ricordando i suoi trascorsi di scienziato sperimentale e fedele all’ideale di smaterializzare la pubblica amministrazione che insegue sin dalla sua avventura ministeriale, ha usato i ricercatori dell’Ente come cavie per sperimentare il mostruoso applicativo “Concorsi on-line”!

Come avrebbe fatto a trovare un campione così ampio e ben disposto per testare una procedura zoppicante ed umiliante, in condizioni reali e non in una simulazione a piccola scala?

O forse, a voler essere ancora più malpensanti, il bando ora sospeso e forse domani annullato è stato solo uno specchietto per le allodole, utile a distogliere l’attenzione (leggi l’azione legale) dagli scriteriati scorrimenti di graduatorie, premio all’inveterato modus operandi di certo sindacalismo all’italiana. Scorrimenti fatti scegliendo i primi non-vincitori di tutte le graduatorie, con un immediato effetto asimmetrico in termini di distribuzione di posti a bando (settori con un posto a bando si sono trovati ad aumentare il numero di posti del 100%). Scorrimenti contro i quali nessuno ha fatto ricorso, pensando invece di impallinare il bando di concorso, mal consigliato da qualche noto sindacato…

Si parla adesso di annullare i bandi, senza riflettere sull’abnormità di una simile soluzione come via d’uscita da questo cul-de-sac. La confusione (ma forse è proprio quello l’obiettivo) diverrà esponenziale. Alcuni impugneranno l’annullamento, reclamando la negazione dei diritti contrattuali. Altri impugneranno nuovamente il bando, invocando gli scorrimenti dalle graduatorie di idonei. Delle progressioni vere e proprio beneficeranno forse i nipoti (con un risparmio per le casse dello stato, questo va riconosciuto….).

Ma a questo punto occorre chiedersi come sia possibile separare in modo così netto la progressione dei tecnologi da quella dei ricercatori. E’ chiaro che all’interno del CNR la figura del tecnologo è stata completamente distorta da quella originaria, ovvero personale di elevata qualificazione che fornisce un supporto tecnologico alle attività di ricerca. Al CNR è stata creata la figura del tecnologo amministrativo cioé uno dei modo “facili” per far fare carriera al personale amministrativo della sede centrale, dietro la spinta dei soliti sindacati.

L’articolo 15 del CCNL si applica ai ricercatori come ai tecnologi. Per questi ultimi il bando non è stato sospeso dal TAR perché non è stato presentato nessun ricorso, anche perché i sindacati non ne avevano interesse per i motivi sopra illustrati. Come giustificare allora l’annullamento del bando art 15 che a loro dire sarebbe stato superato dalla legge Brunetta, quando invece il bando per i tecnologi va avanti ?

Le competenze giuridiche dell’amministrazione centrale non saranno certo in grado di far fronte ad un problema così complesso e ci si domanda allora come sia possibile che Presidente e Direttore Generale, dinanzi ad un simile fallimento possano ritenere ancora di essere in grado di rappresentare il CNR.

Presentare le dimissioni prima di essere defenestrati sarebbe un gesto apprezzato.

Ultimo aggiornamento Martedì 25 Febbraio 2014 11:28
 
Copyright © 2024 . Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.