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Panico al CNR : riprendono i concorsi di progressione per i Ricercatori PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Mercoledì 27 Maggio 2015 22:08

Come ampiamente atteso dopo la sospensiva di Dicembre 2014, il Consiglio di Stato, con la sentenza del 26 Maggio u.s. ha definitivamente chiuso la vertenza sui concorsi ex. Art.15 (almeno per i concorsi di I ricercatore, ma un’analoga decisione è attesa per quelli da Dirigente), respingendo il ricorso che si era opposto al loro espletamento.

Inutile ricordare l’iter tribolato di questi concorsi, banditi con inconcepibile ritardo dall’Ente rispetto alle cadenze previste, oggetto di una sperimentazione "in vivo" (in barba a tutti i codici etici) di una farraginosa e fallace procedura informatica di sottomissione delle domande e soggetti ad un ricorso al TAR che però non ha intralciato il percorso degli analoghi concorsi di progressione per tecnologi.

La sentenza della corte riavvia l’iter dando finalmente la possibilità ad alcuni ricercatori (sempre in numero risibile rispetto agli “aventi diritto”) di ottenere un concreto riconoscimento dei loro sforzi e delle loro capacità.

E allora, in un Ente normale il primo plauso dovrebbe andare proprio all’Ente, per aver creduto nella bontà delle motivazioni alla base del concorso.

Dovrebbe … se non fosse che a bene vedere, questo esito forse ha sorpreso l’Ente stesso. Infatti, sebbene già la sospensiva avesse lo scopo di permettere all’Ente di espletare i concorsi senza ulteriori indugi e lo mettesse certamente nella condizione di nominare le commissioni, solo a valle dell’evidenza di un comportamento omissivo, abbiamo visto comparire negli ordini del giorno del CdA la nomina elle commissioni. Peccato si trattasse solo di un punto vuoto, visto che ad oggi ancora non corrisponde ad un atto concreto. In sostanza, se pure, come pare, si è proceduto alla nomina delle commissioni, si è provveduto a “secretarle”, tenendo di fatto ancora bloccata la procedura. Si potrebbe pensare che l’Ente, per qualche recondita ragione, desiderasse ritardare il più possibile l’iter di questi concorsi.

Del resto, proprio nei mesi successivi alla sospensiva, un atto concreto, non disgiunto da  questa vicenda concorsuale, il CNR lo ha fatto: ovvero la proposta rimodulazione della pianta organica, precipitosamente anticipata all’anno in corso. Come noto questa proposta prevede una drastica riduzione dei ruoli apicali dei profili di ricercatore (152 posti di Dirigente di Ricerca e 192 posti di Primo Ricercatore). Al di là del persistente progetto di trasformazione del CNR in CNTA, il Consiglio Nazionale dei Tecnici e Amministrativi, di cui parliamo in dettaglio qui ,  quest’atto è legato alla vicenda concorsuale.

Infatti, i tagli proposti, già ingiustificabili, sono di fatto l’ennesimo (forse l’estremo) sopruso ai ricercatori, visto che le vacanze rispetto alle quali sono conteggiati includono i posti, già banditi e messi a budget, da questo concorso per progressione interna. A nulla valgono ardite spiegazioni legate alla legge Brunetta, qui si tratta proprio di uno scippo. Un atto che mette una pietra tombale sulle future progressioni dei ricercatori e che,  per essere perpetrato, necessitava che le progressioni di carriera fossero rimandate alle calende greche, come di fatto è stato, grazie al ricorso (supportato dagli stessi sindacati che avevano spinto per gli scorrimenti pietra dello scandalo) e dal comportamento omissivo del CNR, nel ritardare ulteriormente, l’iter anche dopo la sospensiva.

Questo tentativo maldestro, operato con l’immancabile appoggio della triplice sindacale, non può che essere destinato a fallire, se i ricercatori sapranno difendere i propri interessi.

Rivenendo alla riesumazione del concorso ex art 15, leggendo il bando ci sarebbero 45 giorni per riunire la commissione dopo la comunicazione della nomina e 120 giorni per espletare i bandi. Se il CNR avesse proceduto immediatamente dopo la sospensiva concessa a dicembre oggi i concorsi sarebbero finiti. Ma che sia evidente che per l’Ente i concorsi di progressione dei ricercatori sono tutto fuor che una priorità, lo dimostra la sentenza del 26 Maggio stessa, nella quale i giudici del Consiglio di Stato quasi prendono in giro l’amministrazione sottolineando quanto la pratica del CNR sia lontana dal contratto, la cui teoria prevederebbe concorsi banditi con cadenza regolare. Teoria, appunto, perché per i vertici del CNR tutto quello che riguarda i ricercatori è molto spesso solo teoria.

Come trasformare questa teoria in realtà ?

Resta in piedi la diffida che decine di ricercatori hanno inviato ai vertici dell’Ente.

Non  tollereremo ulteriori perdite di tempo e non vorremmo essere obbligati a denunciare all’autorità giudiziaria il comportamento  omissivo dei vertici del CNR.

Ultimo aggiornamento Giovedì 28 Maggio 2015 11:11
 
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