Gli incredibili Stampa
Scritto da Administrator   
Lunedì 14 Ottobre 2019 18:55

Far circolare in modo diretto e senza fronzoli opinioni e fatti su alcuni candidati (link) ha provocato un diffuso turbamento tra i candidati interessati.

Constatiamo innanzitutto che, come era scontato, nessuno dei fatti riportati è stato smentito, né poteva essere diversamente (supporto dei sindacati a Fantini e Falcone (link1, link2); opposizione a proposte qualificanti emerse dalla rete nel gruppo ROF, a partire dalla consulta del personale (link), passando alla difesa strenua degli stipendi dei direttori da parte di Falcone, modalità di ingresso nel CNR non concorsuale e direttamente al II livello di Fantini a pochi anni dalla laurea).

Non si tratta di attacchi personali, come gli interessati hanno asserito: si tratta di fatti strettamente correlati alla loro vita lavorativa nel CNR, non certo a quella personale, e funzionali a dimostrare il loro essere espressione di un sistema consociativo che ha (mal)governato l'Ente. Pertanto e' assolutamente giusto e corretto che gli elettori le conoscano assieme ad i loro programmi.

La storia remota invocata da Falcone, peraltro sconosciuta ai più in un CNR largamente rinnovato, e' oscurata da una mutazione recente in senso pro-sistema, non nuova ai colleghi che assumono l'incarico di direttore. Endorsers illustri come Dalla Chiesa e Marino, completamente avulsi dal CNR, non sono che la foglia di fico che nasconde l'appoggio di personaggi che hanno fatto la storia negativa dell'Ente e di cui ancora si pagano le conseguenze (Nicolais e Giorgio Rossi, per citarne un paio).

La non confutata pubblica sponsorizzazione di Fantini e Falcone da parte di alcuni sindacati e' purtroppo un'indebita invasione di campo nell'unico reale momento di autogoverno del personale, una confusione di piani che molte responsabilità ha nel modello consociativo che ha lungamente imperversato nell'Ente ed e' stato messo più volte alle strette negli ultimi 4 anni. Sorprende che ancor oggi occorra rimarcare la natura profondamente diversa del ruolo di rappresentante in CdA da quello di rappresentante sindacale.

Entrando comunque nel merito, i confronti tra i candidati hanno evidenziato con chiarezza le differenze programmatiche esistenti e come le idee di questi candidati esprimano con naturalezza l'affinità col sistema che ha generato le loro candidature. Dai distinguo del paladino dell'autonomia senza autogoverno, propagandata da un Falcone troppo timoroso di dare al personale la scelta del proprio presidente e del proprio direttore, al qualunquismo di un Fantini con la sua visione di un Ente di ricerca che nega la centralità della ricerca nel, vano, tentativo di intercettare il voto di tecnici e amministrativi. Senza dimenticare la candidata Motta che, avulsa dal mondo della ricerca, ingenuamente rivendica una presunta vicinanza a "Lorenzo" (Fioramonti, NdR), nel tentativo di intercettare il voto dei ricercatori stabilizzati, dimenticando che il ruolo di rappresentante cui si candida deve interpretare tutte le sensibilità presenti, dimenticando chi davvero si e' battuto per l'estensione della stabilizzazione ai profili misti ed ibridi e fatto circolare le liste degli aventi diritto, senza riserve per amici e iscritti di turno.

A guardarla con distacco, non può che apparire incredibile che con queste circostanze i colleghi candidati si adombrino se noi, semplicemente allineando i fatti, ne mostriamo la mancanza di credibilità come rappresentanti del personale (e non rappresentanti sindacali, dell'establishment o del ministro di turno).

Credibilità che invece riteniamo abbia mostrato, nel modus operandi e nella visione della gestione della ricerca, il rappresentante uscente di cui ricordiamo, a titolo di esempio, il recente risultato di aver costretto il MIUR, con una segnalazione all'ANAC, a fare i bandi sui fondi FISR dopo decenni di attribuzioni opache e senza bando.