Caro Ministro,

con profondo dispiacere e rammarico leggiamo le tue righe di commiato all’Ente da te diretto per alcuni mesi, mesi nei quali per altro eri anche rettore del Politecnico di Torino, perché lì c’era da terminare lo statuto.

Certo capiamo, ti eri affezionato al CNR e non volevi dimetterti perché anche qui c’era da completare un lavoro di riforma che però non avevi potuto  neanche cominciare, impegnato com’eri a completare lo Statuto del Politecnico di Torino.

Caro Ministro ci sono però delle cose che non capiamo: perché nella tua lettera definisci “ingiustificati attacchi di stampa”.

Ma davvero Ministro ti sei dimesso per ingiustificati attacchi della stampa ?

Non hai piuttosto l’impressione che quegli attacchi fossero più che giustificati ed il tuo comportamento fosse men che corretto ?

E' inutile ripercorrere qui i motivi di opportunità che noi, insieme a tanti altri,  ti avevamo ricordato ancor prima del testo della legge sull'incompaibilità, che era di una chiarezza estrema.

Per parte nostra non siamo affatto dispiaciuti di aver contattato gli organi di stampa per parlare di una vicenda, che come Stella ha poi raccontato efficacemente, in un Paese normale non dovrebbe durare neanche 5 minuti.

Crediamo di aver contribuito a salvare così la faccia di tanti ricercatori del CNR che proprio non riuscivano a capire come conciliare l'autonomia della ricerca, garantita dalla costituzione, con un Presidente -Ministro.

Ed ora per piacere, basta con soluzioni pasticciate e riforme affrettate quanto verticistiche.

Prendi il tuo tempo e quando vigili su di noi  ascolta i ricercatori e non i burocrati, quelli lasciali al Ministero della Funzione Pubblica.

Buon lavoro

Articolo 33 – La presidenza