E’ quanto ci assicurano direttamente dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) … La lettera con il parere dell’Autorità è pronta e sarà sulla scrivania del Ministro Profumo nel giro di una paio di giorni al massimo, ci precisano dall'ufficio preposto a risolvere le materie oggetto di conflitto d’interessi, per cui l’autorità è competente ai sensi della legge 20 Luglio 2004 n. 215.. La cortese informazione da parte dell’AGCM, ai più nota come Antitrust, ci arriva prima che si rendano conto di aver dato l’informazione giusta alle persone “sbagliate”. Almeno dal loro punto di vista, perché in un paese normale un’Autorità Garante serve innanzitutto a garantire i cittadini, ed il primo modo per servire i cittadini è quello d’informarli. Ma all’Antitrust considerano forse “persone sbagliate” coloro che desiderano conoscere l’iter di applicazione di una legge dello stato.. e preferiscono forse lasciare al Ministro il tempo necessario per trovare una soluzione in grado di consentirgli di temporeggiare ancora un po’ ... Sta di fatto che, dopo un rapido giro di consultazioni, l’AGCM diventa un muro impenetrabile e non rilascia alcuna dichiarazione ulteriore… Ma d’altra parte la legge è chiara : ai sensi della 215/2004, art. 5 comma 1 e 5 sono scaduti i termini (30 + 30 giorni max) entro i quali l'Autorità garante della concorrenza e del mercato deve promuovere la rimozione o la decadenza del ministro Profumo in mancanza di un'autonoma decisione dello stesso. Il parere è scontato: il ministro Profumo è manifestamente incompatibile con la funzione di Presidente del CNR e a questo punto dovrà scegliere, rapidamente, fra un incarico e l’altro. Ma perché Profumo ha costretto l’autorità a fornire uno scontato parere piuttosto che prendere autonomamente una decisione? Il suo atteggiamento non è certo caratterizzato da un desiderio di perseguire la pubblica utilità : la "presa" di posizione del Ministro Profumo viene da ogni parte additata come il tentativo di non restare senza poltrona alla fine dell'esperienza governativa (cf ex. link 1, link 2, link 3). Una piccola storia “ignobile”, nel senso etimologico del termine cioè priva di ogni nobiltà ma caratterizzata dal semplice perseguimento del suo “particulare”. Quale è la conseguenza per il CNR ? Semplicemente, un CdA privo di presidente e guidato da un vice-Presidente in odore di abuso d'ufficio, procede alla ristrutturazione dell'Ente, secondo criteri e direttive di cui la comunità dei ricercatori ed i dipendenti tutti dell'Ente ignorano motivazioni e prospettive. Nella migliore delle tradizioni, le procedure sono tutt'altro che trasparenti (le citeremo come best practices nell'auspicabile seconda edizione del convegno sulla trasparenza ?) e calate dall'alto secondo logiche avulse all'organizzazione della ricerca in qualunque paese del mondo civile. Nel silenzio, senza una governance reale, il CdA privato di un rappresentante dei ricercatori e senza alcun coinvolgimento della rete scientifica si appresta a ridurre il numero degli istituti a circa un terzo degli attuali e a ridisegnare i dipartimenti con questo schema di massima : - scienza mediche e biologiche - scienze fisiche e matematiche - processi chimici e tecnologie dei materiali - scienze del sistema terra - energia ingegneria e ICT - scienze alimentari e forestali - scienze sociali Per far fronte a questo stato di cose, invitiamo dunque tutti i ricercatori ad astenersi dall'effettuare le operazioni che saranno loro richieste a breve nell'ambito della valutazione ANVUR, come gesto di protesta nei confronti di un vertice dell’ Ente che ormai non ci rappresenta più. Invitiamo inoltre tutti i ricercatori a richiedere la convocazione dei rispettivi consigli di istituto e di operarsi affinché essi esprimano un parare negativo nei confronti della gestione semiclandestina della Presidenza attuale (in parte ereditata da quella passata) in merito ai cosiddetti progetti bandiera e progetti premiali.
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