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Pianificazione scientifica e Piani di Gestione PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Giovedì 29 Ottobre 2015 17:00

La recente circolare 21/2015 del Direttore Generale ha portato all’attenzione di tutto il personale del CNR la convulsa attività in corso nell’Ente per la preparazione del nuovo piano di gestione preliminare, che dovrà essere varato entro l’anno, nella sua parte contabile e scientifica.
La grande novità, e la causa dell’agitazione, è che il piano dovrà seguire le linee guida indicate nel nuovo Regolamento di Organizzazione e Funzionamento del CNR. Dal 2016, verrà infatti finalmente superata la denominazione para-aziendalistica in commesse/moduli di pistelliana memoria, a favore di una nuova organizzazione in termini di aree progettuali e progetti.
Tuttavia, se le comunicazioni del DG parlano di un processo con una tempistica vertiginosa (e surreale vista la complessità dell’operazione), la realtà dei fatti è ben diversa).
In primo luogo, il DG pare ignorare il fatto che il primo passo previsto dal ROF non è stato mai compiuto. Da regolamento, il varo delle aree progettuali segue la deliberazione delle linee guida da parte del Consiglio di Amministrazione (art 21 comma 1 e 3 ). Ad oggi, il CdA non ha ancora deliberato in tal senso, e tanto meno può farlo in questo momento in cui, per l’inspiegabile ritardo nelle nomine dei nuovi consiglieri, l'Ente è di fatto privo di un CdA nel pieno delle sue funzioni. Se il ministro non nominerà in tempi brevissimi almeno due consiglieri (uno dei quali è il rappresentante eletto dal personale nello scorso settembre) non sarà neanche possibile gestire la normale amministrazione dell’Ente.
Inoltre, dalla lettura del regolamento, emerge che il ruolo cruciale di controllo e verifica svolto dai consigli scientifici di dipartimento. Essi devono esprimere parere obbligatorio sugli elementi di competenza del piano triennale di attività del dipartimento e degli istituti ad esso afferenti (art. 12 comma 8). Tuttavia questo passaggio è impossibile, visto che i consigli scientifici di dipartimento non sono stati ancora nominati. Evidentemente, questo pone un significativo problema, apparentemente insormontabile, a meno di non fare come il DG e, graziosamente, ignorarlo. Va detto che in questo è anche favorito dall’ignavia dei direttori di dipartimento, che ancora non hanno intrapreso alcuna azione in tal senso.
Infine, il nuovo regolamento (art.13 comma 1 lettera c) riconosce, in questo processo, un ruolo consultivo altrettanto importante ai Consigli di Istituto. Anche su questo passaggio il DG glissa. Del resto, non potrebbe fare altrimenti, visto che la maggior parte dei Consigli di Istituto è scaduta ed è in attesa di rinnovo ai sensi del nuovo ROF, cosa che però al livello dirigenziale pare non interessare.
Da questa vicenda emerge, ancora una volta, il pressappochismo con cui la dirigenza del CNR gestisce l’Ente, talvolta anche in spregio alle regole che, in buona sostanza, essa stessa ha scritto, visto che nell’elaborazione del ROF l’interazione con la rete scientifica è stata del tutto assente.
Congruentemente, senza curarsi di questi dettagli, il DG ha indetto una riunione “tecnica” per il prossimo 3 Novembre, per far luce sugli aspetti tecnici relativi all’imputazione dei dati per il nuovo Pdgp. Così facendo, ha finalmente reso chiaro a tutti la sola cosa che ha a cuore: l’immissione dei dati contabili nella procedura informatica.
In quell’occasione, forse qualcuno ricorderà al DG che lo Statuto e il ROF prevedono, per la programmazione scientifica, i passaggi che abbiamo richiamato. Passaggi che richiedono un’adeguata tempistica, che non può certo sottostare alle scadenze imposte per la formulazione contabile del piano di gestione. Mentre il personale continua a invocare la carta europea dei ricercatori, e la presidenza la cita in ogni occasione, si assiste invece all’assurdo per cui le voci di bilancio sostituiscono la programmazione scientifica.
D’altro canto, se l’attenzione è sul piano contabile, un approccio conservativo, pienamente coerente con le procedure già in piedi, sarebbe certamente più corretto ed onesto. Piuttosto che usare le scadenze contabili per forzare il processo di riarticolazione scientifica, si faccia il contrario, usando la precedente articolazione per compilare la gestione contabile. Così, potremmo almeno dire di avere finalmente sfruttato le commesse e i moduli per il bene dell’Ente.
In questo modo, sarà quindi possibile avviare, nei termini previsti dal regolamento, la procedura del piano di gestione, sempre dopo la nomina dei Consigli Scientifici di Dipartimento e il rinnovo dei Consigli d'Istituto. Auspicando che la partecipazione del personale, sia pur facoltativa, sia promossa e incoraggiata.
Naturalmente per questo è necessario che i vertici dell’Ente si attivino ulteriormente affinché il CdA ritorni immediatamente nella sua piena operatività, e possa gestire in modo adeguato e finalmente corretto questa complessa transizione.

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 29 Ottobre 2015 18:24
 
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