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Manfredi con la ricotta PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Giovedì 11 Febbraio 2021 16:29

Il ministro Manfredi dopo 12 mesi di latitanza, ormai ministro dimissionario in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ieri 10 febbraio 2021 ha deciso di nominare 3 membri del consiglio di amministrazione.

Vediamo i nomi in rigoroso ordine alfabetico.

Patrizio Bianchi indicato dalla Conferenza Stato Regioni, area PD ex assessore alla Regione Emilia Romagna economista professore all’università di Ferrara. Questa è l’unica nomina non discrezionale per il ministro perché la Conferenza Stato Regioni dà un nome unico.

Lucio D’Alessandro, scelto nella rosa fornita dalla Conferenza dei Rettori (CRUI),  rettore dell’università privata Suor Orsola Benincasa di Napoli che ha battuto il record di Putin per la durata dell’incarico, che ha avuto inizio nel 2010 e terminerà nel 2025, dopo un’apposita modifica dello Statuto dell’Ateneo.

 

Gabriele Fava, avvocato milanese  scelto dalla rosa fornita dalla Confindustria e UnionCamere, con una sfilza di incarichi fra cui spiccano quello di Consigliere Giuridico del Ministro dell’Università e di componente laico del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti per il quadriennio 2018-2022.

 

Inutile spendere parole ulteriori sull’opportunità che un ministro scaduto oltre ogni termine possa aver operato una tale scelta visto che, almeno per D’Alessandro e Fava , si trattava di scegliere all’interno di una rosa di tre nomi. Certamente non un atto da ordinaria amministrazione.

 

Analizziamo questi due casi: Lucio D’Alessandro oltre che essere in rapporti strettissimi con il ministro Manfredi è rettore in carica di un ateneo, ovvero il legale rappresentante di un soggetto privato che stringe accordi con il CNR e che è in concorrenza con esso quando si tratta di presentare progetti competitivi. La sua nomina è quindi quantomeno inopportuna se non in palese conflitto di interessi.

 

Nel caso di Gabriele Fava il conflitto è ancora più evidente, poiché da un lato è Consigliere Giuridico del Ministro dell’Università, ovvero del soggetto che lo ha scelto, e dall’altro è stato nominato fino al 2022 nell’organo di autogoverno della Corte dei Conti che per legge esercita un controllo sul CNR. Occorre scomodare la legge per comprendere che non è possibile immaginare di essere controllore e controllato allo stesso tempo ?

 

Possibile che il ministro Manfredi, che in un anno di operato ha brillato per la sua incapacità di scegliere, abbia poi deciso di effettuare una scelta di persone palesemente legate a lui ed altrettanto palesemente in conflitto di interessi ? Nelle terne a lui proposte non c’era nessuno privo di questi (non essenziali) requisiti ?

Se a questo aggiungiamo che Patrizio Bianchi è indicato come papabile ministro, sorge il dubbio che si possa trattare di nomine molto temporanee, ma questo lo scopriremo ben presto.

 

Si potrebbe poi riflettere sul fatto che Bianchi è un economista, D’Alessandro un sociologo del Diritto mentre Fava è un avvocato senza alcuna  esperienza del mondo della ricerca.  Ricordiamo che i membri del CdA devono avere un’elevata qualificazione scientifica e che le competenze del rinnovato CdA si ritrovano tutte ne campo delle scienze sociali.

A quel punto qualcuno dovrebbe ricordare a Manfredi che il CNR è un ente di ricerca multidisciplinare e generalista. Nella sigla CNR, R sta per RICERCA e non “Rendere” (favori) o “Ricotta” (cf. link per la ricetta), insomma un Ente alla mercé del potente di turno, dove piazzare l’amico di turno che può tornare utile o per semplice scambio di favori, lasciato in balia di se stesso quando non serve.

Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Febbraio 2021 18:37
 
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