In che campo gioca il sindacato? Stampa
Scritto da Administrator   
Domenica 05 Novembre 2023 19:08

Può apparire una domanda retorica, la risposta ovvia dovrebbe essere: gioca dalla parte dei lavoratori!

Certo, non è più il tempo eroico del sindacato di Portella delle Ginestre, da che parte gioca il sindacato può, talvolta, essere un concetto sfumato, ma almeno l’idea di base dovrebbe essere semplice e chiara.

Eppure, in che campo giocano i sindacati è la domanda che si erano posti alcuni ricercatori e tecnologi del CNR, quando hanno visto che tutte le principali organizzazioni sindacali, con l’eccezione dell’ANIEF che non esisteva all’epoca della sottoscrizione del contratto in questione, sono entrate in campo in una vertenza che vede opposti centinaia di ricercatori e tecnologi e l’Ente, per l’ammissione ai recenti concorsi banditi dall’Ente per la progressione di carriera.

Per capire la vertenza occorre conoscere l’antefatto: svariate centinaia di Ricercatori e Tecnologi, idonei allo scorso concorso di valorizzazione, ex art. 15 del CCNL, che valutava i titoli al 1 gennaio 2020, hanno beneficiato di uno scorrimento completo delle graduatorie, un risultato mai ottenuto in passato e reso possibile da una serie di circostanze che esulano dal discorso in questione. Basti ricordare che lo scorrimento ha inquadrato queste centinaia di colleghi R&T al livello superiore, dal 1 gennaio 2023.

La data non è casuale perché coincide con la decorrenza del nuovo concorso bandito dall’amministrazione del CNR che, per le progressioni dal III al II livello, ha una notevole quantità di posti a bando, grazie ad uno stanziamento straordinario previsto dalla legge di bilancio.

Una parte di queste centinaia di colleghi ritiene, a torto o a ragione, di aver diritto di partecipare al nuovo concorso di progressione che, invece, prevede il requisito di essere inquadrati al livello precedente al 31/12/2022. La problematica era nota in anticipo: una lettera firmata da centinaia di R&T era stata recapitata a presidente, DG e CdA prima dell’emissione dei bandi. Una parte dei R&T non risultati idonei al concorso del 2020, manifesta la propria opposizione alla partecipazione di questi colleghi, ritenendo che essi hanno beneficiato già dello scorrimento a valere dalle stesse risorse del bando 2023. Questo è vero per la progressione III-II del 2023 mentre le progressioni II-I, bandite questa volta in numero molto contenuto, sono state invece finanziate con risorse interne all’Ente, come giusto che sia vista la previsione biennale del CCNL.

Ad ogni modo, come è, evidentemente, loro diritto, i R&T esclusi dal bando 2023, si rivolgono alla magistratura per essere ammessi a partecipare. Non entriamo nel merito di chi abbia ragione e chi abbia torto, ci sono motivazioni condivisibili per entrambi i punti di vista e, per altro, la questione è giuridicamente dibattuta.

I primi giudizi arrivano a cavallo dell’estate e hanno un esito altalenante: alcuni danno ragione ai ricorrenti ed altri danno loro torto. Come spesso accade nelle vicende dibattute. In genere, in casi in cui c’è una vertenza fra una parte dei lavoratori e l’Ente, il sindacato attende -serenamente - l’esito dei giudizi.

A questo punto il primo colpo di scena: il vertice del CNR, a fronte di una singola ordinanza, in procedura di urgenza, annuncia la propria volontà di annullare il bando per la progressione al I livello. La decisione viene poi sospesa (non annullata) e il vertice dell’Ente chiede alle organizzazioni sindacali di andare in proprio soccorso nelle vertenze in corso. In questo caso, si tratta di restringere la partecipazione per una parte dei lavoratori e, visto che questo è chiesto a gran voce da un’altra parte dei partecipanti al concorso, la proverbiale saggezza sindacale potrebbe suggerire di astenersi, lasciando dirimere la questione alla magistratura.

Ed è a questo punto che, per la prima volta, centinaia di lavoratori si sono chiesti in quale campo giochino le OOSS. Infatti, senza farsi troppo pregare, a fronte della pantomima del vertice del CNR (ritiro, non ritiro, sospendo il bando…), le OOSS firmatarie del Contratto aderiscono alla richiesta di dare un’interpretazione autentica dello stesso che darebbe torto a quei R&T che, dopo aver beneficiato dello scorrimento, intendono partecipare al bando. Il 24 ottobre l’ARAN convoca le parti e tutte le OOSS firmatarie decidono di concordare con l’interpretazione autentica proposta dall’ARAN. Già questo basterebbe a fare entrare questo accordo nella storia del sindacato che, per la prima volta, decide di schierarsi apertamente contro un’estensione di una chance (di partecipare al concorso) per una parte dei lavoratori che esso stesso rappresenta.

Intendiamoci, da un punto di vista astratto è un gesto coraggioso, un sindacato che ha il coraggio di dire quello che – a suo avviso - è giusto e quello che non lo è, anche a costo di scontentare una parte dei propri iscritti.

Ma quando viene reso noto il testo dell’ipotesi di accordo firmato, ecco che ci si rende conto che le OOSS hanno compiuto un vero e proprio capolavoro.

Forse per la fretta, forse per incompetenza, forse perché vittime della sindrome di Tafazzi, le OOSS hanno deciso di sparare contro tutti i R&T che ambiscono ad una progressione, nel presente, nel passato e, soprattutto, nel futuro.

E non a salve o con una fionda ma proprio col cannone!

Infatti l’ipotesi di accordo firmata contiene un punto, il punto 2, che non è affatto utile a raggiungere lo scopo prefissato ma contiene un testo che è letteralmente contrario all’intero spirito dell’articolo 15, così come formulato nel contratto del 2006 e che rischia di mettere in crisi il futuro di questi concorsi di progressione interna.

Il punto 2 merita di essere riportato per intero:

Per “requisiti utili alla valutazione” si intendono i documenti/attività/progetti ecc. svolti dai candidati nell’espletamento delle mansioni proprie del profilo immediatamente inferiore a quello per cui si concorre che vengono sottoposti alla Commissione ai fini della valutazione del “merito scientifico ovvero tecnologico”

Ed ecco che si parla di “mansioni proprie del profilo immediatamente inferiore ”, in 5 parole e una preposizione il capolavoro:

  • il sindacato nega tutti i presupposti su cui si regge l’articolo 15;
  • l’ARAN riesce nell’intento che persegue dal 2018, ovvero far dichiarare le progressioni del profilo R&T come progressioni verticali.
  • L’accordo, infatti, parla di “mansioni proprie”, termini assenti dal contratto e che la stessa Cassazione, nella magistrale sentenza del 2018, ha sottolineato non esistere – basando l’intera interpretazione della norma contrattuale sul fatto che non c’è alcuna differenza nelle mansioni di R&T siano essi al I, al II o al III livello, poiché si tratta di un unico profilo. E questo è l’altro passaggio molto delicato, si parla di profilo, quando il contratto è chiarissimo: il profilo di Ricercatore o Tecnologo è unico. Si parla di profilo inferiore, quando appunto il profilo è unico e, al limite, si sarebbe potuto parlare di livello inferiore.

    Non si tratta di dettagli, in materia di contratti di lavoro: mansioni, profilo e livello hanno dei significati molto ben precisi che ogni sindacalista - degno di questo nome - conosce molto bene.

    Non contenti di questo stravolgimento, totale, per completare il proprio capolavoro si precisa che i requisiti utili alla progressione devono essere stati svolti nell’espletamento delle mansioni del profilo inferiore.

    Ora, al netto della inescusabile confusione fra profilo e livello, non c’è altro modo di interpretare il testo firmato: possono essere valutati solo i titoli maturati al profilo (livello) precedente e quindi per la progressione da III a II livello, solo quelli successivi all’assunzione e per la progressione da II a I livello, solo quelli maturati quando si è al II livello e non quelli maturati prima (III livello o prima dell’assunzione).

    Tutto l’impianto dell’articolo 15, in due righe di ipotesi di interpretazione autentica, viene stravolto.

    L’articolo 15 non è più una progressione orizzontale, come la Cassazione aveva chiaramente statuito, ristabilendo quindi la legittimità degli stessi, ma si tratta quindi di una progressione verticale, fra profili (e non livelli) diversi e quindi come tale soggetta ad autorizzazioni esterne all’Ente. Esattamente quello che il Ministero della Funzione Pubblica, e l’ARAN che ad esso risponde, cercano di ottenere dal 2018 dopo la sentenza della Cassazione che non hanno mai digerito.

    Cosa accade ora all’art. 15, vi starete chiedendo. Quelli in corso, almeno dal III al II livello andranno probabilmente avanti, con le lentezze proprie del CNR. Quelli dal II al I livello sono soggetti a numerosi ricorsi di cui è difficile prevedere l’esito e ancor più difficile prevedere la reazione dell’Ente all’esito delle sentenze. Nelle ultime settimane sono uscite alcune sentenze relativamente ad alcuni ricorsi collettivi e gli effetti potenzialmente distruttivi rispetto all'art. 15 così come lo conoscevamo appaiono evidenti. Riportiamo qui l'estratto delle  ultime sentenze, successiva alla famigerata interpretazione: "...necessità di sottoporre a valutazione il merito maturato durante  la permanenza nel livello inferiore così valorizzando un’esperienza professionale concreta."

    Il futuro, quindi, è molto chiaro purtroppo. L’articolo 15 così come lo abbiamo conosciuto è morto e sepolto. E a farne i funerali sono state tutte le OO.SS che hanno sottoscritto quell’ipotesi di accordo. Ma come è possibile che una simile ipotesi di accordo sia stata sottoscritta?

    Possibile che fra tanti sindacalisti di professione non ce ne sia uno che si sia accorto di quello che stavano firmando? Oggettivamente questo resta un mistero ma, dolo se i sindacalisti hanno scientemente sottoscritto capendo quel che firmavano, o colpa grave, se hanno firmato senza rendersene conto, una domanda sorge spontanea:

    ma perché mai R&T dovrebbero essere iscritti a sindacati che sparano contro loro?

    La risposta non può che essere una ed una sola: disdetta (trovate qui il modulo di disdetta, di gran lunga la pagina più visitata di questo sito!!) ed iscrizione ad Articolo 33: per 5 centesimi al mese siete sicuri che ci sia sempre qualcuno dalla vostra parte e che non vi sparerà mai addosso!

     

    Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Dicembre 2023 16:19