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Le sette salomoniche domande sulla sorte del CNR PDF Stampa E-mail
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Mercoledì 24 Febbraio 2021 16:09

1) Perché il ministro Manfredi prima e Messa con la loro inadempienza violano la legge ?

La legge impone al ministro/a di effettuare una scelta. Non si tratta di un atto discrezionale; è un preciso obbligo che la conversione in legge dell’ultima proroga ha imposto in modo tassativo di effettuare, in ogni caso, entro il 31/1/2021. La violazione di tale obbligo è una violazione di una legge.

Per altro, va sottolineato che la scelta del presidente e di altri 3 membri del CdA da parte del ministro è un vulnus all’autonomia costituzionale sancita dall’art. 33 che è mitigato dalla limitazione del ministro ad una rosa scelta dalla comunità scientifica.

Il rifiuto ministeriale di adempiere a tale obbligo è un’ulteriore violazione dell’autonomia della ricerca scientifica.

2) Quali sono le responsabilità civili e penali della loro condotta?

Il dl 293/1994, all’art 6 prevede che decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono, che gli atti adottati da organi decaduti sono nulli e che i titolari della competenza alla ricostituzione sono responsabili dei danni conseguenti alla decadenza determinata dalla loro condotta, fatta in ogni caso salva la responsabilità penale individuale nella condotta omissiva.

La norma speciale del CNR Decreto Legislativo 4 giugno 2003, n. 127 "Riordino del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.)” del 6 giugno 2003 prevede sostanzialmente la stessa cosa all'art. 15 comma 6 per la situazione attuale: in caso di contemporanea cessazione del presidente e di un numero di componenti del Consiglio di amministrazione non inferiore ad un terzo prima della scadenza del mandato, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, è disposta la decadenza degli organi in carica, ad eccezione del collegio dei revisori ed è nominato un commissario straordinario per il periodo necessario ad assicurare la funzionalità dell'ente fino all'insediamento del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione;

Manfredi ma soprattutto Messa sono civilmente e penalmente responsabili per la loro condotta e una diffida legale con messa in mora è già stata loro inviata in tal senso.

3) Perché la convocazione fatta senza alcun supporto normativo è illegittima?

Né lo statuto né il regolamento interno del CdA prevedono la possibilità di una convocazione da parte del membro anziano come ha suggerito il ministero. Le indicazioni del ministero, giuridicamente non sono repertoriate fra le fonti di diritto e forse vanno annoverate nella tradizione orale. La convocazione effettuata su quella base rientra probabilmente nelle fattispecie dell’abuso di ufficio.

Il Segretario del CdA, ai sensi dell’art. 5 del regolamento interno, accerta la regolare Costituzione del Consiglio e in questo non potrà che accertarne l’irregolarità, così come gli altri Consiglieri e i Revisori dei Conti.

4) Perché la votazione non può avvenire in assenza di un presidente o vicepresidente?

A prescindere dall’illegittimità della convocazione ai sensi dello Statuto le votazioni, inclusa quella sul vice presidente, sono effettuate “su proposta del presidente”.

Il solerte ministero ha omesso di dare indicazioni sul punto ma è da ritenersi che il consigliere anziano ritenga di dover sostituire il presidente, e anche questo rischia di configurare un abuso

Prescindendo dal fatto che l’elezione di un vice scollegata da un presidente è un assurdo logico, oltre che giuridico, anche in momenti della storia recente in cui le funzioni del presidente sono state assunte dal vice ciò è sempre avvenuto nominando il vice quando c’era ancora un presidente.

Nel lontano luglio 2007 quando, al termine di una accesa seduta in cui persino i segretari verbalizzanti furono allontanati dalla sala del consiglio e le urla furono udite fino al 4 piano, al dimissionario Pistella successe il vice Federico Rossi, rimpiazzando il precedente vicepresidente creazionista De Mattei, la nomina di Federico Rossi avvenne su proposta e alla presenza di Pistella che annunciate le dimissioni in seduta poi si dimise.

5) Perché la procedura in corso per la selezione del presidente è perfettamente legittima?

Inizialmente si era creduto che il comitato di selezione non fosse legittimamente in carica, poiché l’avviso avviso di chiamata pubblica alla candidatura di presidente del Consiglio nazionale delle ricerche conteneva la seguente dicitura: “Il Comitato di selezione resta in carica fino al completamento della selezione dei componenti di nomina governativa il cui mandato scada entro la data del 31 dicembre 2019”.

Il ministero, in via informale ci ha poi inviato il decreto di proroga del comitato di selezione che così recita: “il Comitato resta in carica fino al completamento delle procedure, già avviate o da avviarsi nel primo trimestre dell'anno 2020.. ”

D'altra parte per ben due volte l'Avvocatura dello Stato ha dato parere negativo sulla possibilità di annullare la procedura in corso.

6) Perché la nomina dei Consiglieri D’Alessandro e Amodio è incompatibile e in conflitto di interessi?

La questione è stata affrontata in più sedi. Nel caso di D’Alessandro si tratta di un rettore di un’università privata (Suor Orsola Benincasa) di cui è il legale rappresentante. Il CNR ha alcune società partecipate con tale Università privata e anche se il rettore non è più all’interno di esse resta il legale rappresentante che ha delegato rappresentanti di Suor Orsola Benincasa in tali società. Questo lo rende chiaramente incompatibile. Per altro come legale rappresentante di un soggetto privato concorrente con il CNR in progetti competitivi il suo incarico di consigliere è in chiaro conflitto di interessi con quello di rettore.

Nel caso di Amodio, dipendente di Confindustria la questione è di lampante evidenza. Confindustria è un'associazione di imprese. Che designi un componente del cda del Cnr ex lege è ragionevole perché il componente rappresenta l'interesse generale della ricerca applicata per il mondo delle imprese e per l'economia. Questo ci sta, è opinabile ma ci sta. Tuttavia, qui il caso è diverso. Il Cnr ha rapporti di ricerca e contratti passivi con le imprese, che vengono selezionate peraltro una a una. Il Cnr di fatto e di diritto favorisce certe imprese conferendo loro know-how, forza lavoro, utilizzo di infrastrutture, e mettendo spesso fondi in queste collaborazioni, inclusi i dottorati industriali. Il ministro ha nominato quale componente in cda indicato da Confindustria un loro dipendente. Il dipendente è nelle condizioni strutturali di conflitto di interesse tra gli interessi del Cnr e quelli delle aziende associate a Confindustria che le pagano lo stipendio, le potrebbero dare bonus sulla base di come si comporta o persino licenziarla. Facciamo un esempio anche non legato alle ricerche: il Cnr con chi fa i contratti di fornitura elettricità, telefonia, impianti, buoni pasto, etc.? Tutti i beni e servizi. La dipendente di Confindustria come potrebbe prendere una decisione in Cda nell'esclusivo interesse dell'ente e non delle aziende associate a Confindustria? La nomina pare illegittima

7) Perché certi sindacati sono completamente appiattiti e si mostrano al servizio di un tale scempio?

Un certo modo di fare sindacato, non tutti sia chiaro ma la maggior parte, è del tutto disinteressato al bene dell’ente ma bada a fare accordi che garantiscano le proprie clientele. Un clima come quello attuale, dove un eventuale rappresentante legale così individuato sarebbe alla mercé del primo esposto alla magistratura, è ideale per quel tipo di sindacati che si frega le mani per la promessa di fare accordi, per utilizzare i 25 milioni di euro già allocati per fare stabilizzazioni dei propri clientes indipendentemente dal merito scientifico ecc...

7bis) Perché il rappresentante del personale si presta a certi giochi?

Vedi 7)

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Febbraio 2021 17:24
 
E ora? Dopo il Commissario, prendiamo in mano il nostro Ente e liberiamoci PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Lunedì 15 Febbraio 2021 13:20

Tutti si chiedono cosa succede ora al Consiglio Nazionale delle Ricerche, senza Presidente e senza Consiglio di Amministrazione. Circolano le ipotesi più disparate (e fantasiose…).

La risposta è semplice ed era già contenuta nella nostra Newsletter dell'11 febbraio.

Per coloro che si ostinano a non voler credere ad Articolo33, sarà sufficiente la lettura del Decreto Legislativo 4 giugno 2003, n. 127 "Riordino del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.)” del 6 giungo 2003, che chiaramente indica all’art. 15 comma 6 nel commissariamento la soluzione obbligata  e non discrezionale alla presente situazione:

 

In caso di gravi irregolarita', di difficolta' finanziarie perduranti, di esigenze di adeguamento della missione dell'ente alle politiche della ricerca scientifica e tecnologica definite dal Governo, ovvero in caso di contemporanea cessazione del presidente e di un numero di componenti del Consiglio di amministrazione non inferiore ad un terzo prima della scadenza del mandato, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, e' disposta la decadenza degli organi in carica, ad eccezione del collegio dei revisori ed e' nominato un commissario straordinario per la durata massima di 12 mesi e, comunque, per il periodo necessario ad assicurare la funzionalita' dell'ente fino all'insediamento del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione. Il commissario puo' nominare uno o piu' sub-commissari cui delegare le funzioni per specifici settori di attivita'.


Nelle prossime ore è dunque atteso il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’università e ricerca, con cui è disposta la decadenza degli organi in carica.

E’ il naturale epilogo di un disastro paradossale che abbiamo più volte denunciato senza nessun riscontro.

Dimostra ancora una volta che il nostro Ente viene considerato come merce politica da scambiare per questo o quel favore oppure da offrire al beneficiario di turno, oppure da giocarci sopra.

Insomma, il bancomat  al servizio degli amici di turno.

La farsa della nomina in extremis dei Consiglieri di Amministrazione da parte dell’ex ministro Manfredi dopo un anno di stallo è stato l’ultimo, ma non più grave, insulto alla nostra dignità.

Perché Manfredi ha fatto quelle nomine poi rivelatesi fittizie ?

Che sia per evitare le responsabilità derivanti da una decadenza degli organi a seguito  della sua condotta omissiva, ai sensi dell’art. 6 del dl 293/1994?

E ora? Ora deve toccare a noi.

Gli ultimi eventi hanno dimostrato ancora una volta che a poco servono coloro che sono in grado di formulare solo sterili e rituali lettere ignave frutto di ampi compromessi al ribasso per vigliaccheria e convenienza, oppure incontri autocelebrativi che non mettono a nudo la radice dei problemi del CNR.

Ora con più forza che mai dobbiamo rivendicare l’autogoverno, l’unica forma per liberarci dai predatori che ci opprimono.

 

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 15 Febbraio 2021 15:01
 
Manfredi con la ricotta PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Giovedì 11 Febbraio 2021 16:29

Il ministro Manfredi dopo 12 mesi di latitanza, ormai ministro dimissionario in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ieri 10 febbraio 2021 ha deciso di nominare 3 membri del consiglio di amministrazione.

Vediamo i nomi in rigoroso ordine alfabetico.

Patrizio Bianchi indicato dalla Conferenza Stato Regioni, area PD ex assessore alla Regione Emilia Romagna economista professore all’università di Ferrara. Questa è l’unica nomina non discrezionale per il ministro perché la Conferenza Stato Regioni dà un nome unico.

Lucio D’Alessandro, scelto nella rosa fornita dalla Conferenza dei Rettori (CRUI),  rettore dell’università privata Suor Orsola Benincasa di Napoli che ha battuto il record di Putin per la durata dell’incarico, che ha avuto inizio nel 2010 e terminerà nel 2025, dopo un’apposita modifica dello Statuto dell’Ateneo.

 

Gabriele Fava, avvocato milanese  scelto dalla rosa fornita dalla Confindustria e UnionCamere, con una sfilza di incarichi fra cui spiccano quello di Consigliere Giuridico del Ministro dell’Università e di componente laico del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti per il quadriennio 2018-2022.

 

Inutile spendere parole ulteriori sull’opportunità che un ministro scaduto oltre ogni termine possa aver operato una tale scelta visto che, almeno per D’Alessandro e Fava , si trattava di scegliere all’interno di una rosa di tre nomi. Certamente non un atto da ordinaria amministrazione.

 

Analizziamo questi due casi: Lucio D’Alessandro oltre che essere in rapporti strettissimi con il ministro Manfredi è rettore in carica di un ateneo, ovvero il legale rappresentante di un soggetto privato che stringe accordi con il CNR e che è in concorrenza con esso quando si tratta di presentare progetti competitivi. La sua nomina è quindi quantomeno inopportuna se non in palese conflitto di interessi.

 

Nel caso di Gabriele Fava il conflitto è ancora più evidente, poiché da un lato è Consigliere Giuridico del Ministro dell’Università, ovvero del soggetto che lo ha scelto, e dall’altro è stato nominato fino al 2022 nell’organo di autogoverno della Corte dei Conti che per legge esercita un controllo sul CNR. Occorre scomodare la legge per comprendere che non è possibile immaginare di essere controllore e controllato allo stesso tempo ?

 

Possibile che il ministro Manfredi, che in un anno di operato ha brillato per la sua incapacità di scegliere, abbia poi deciso di effettuare una scelta di persone palesemente legate a lui ed altrettanto palesemente in conflitto di interessi ? Nelle terne a lui proposte non c’era nessuno privo di questi (non essenziali) requisiti ?

Se a questo aggiungiamo che Patrizio Bianchi è indicato come papabile ministro, sorge il dubbio che si possa trattare di nomine molto temporanee, ma questo lo scopriremo ben presto.

 

Si potrebbe poi riflettere sul fatto che Bianchi è un economista, D’Alessandro un sociologo del Diritto mentre Fava è un avvocato senza alcuna  esperienza del mondo della ricerca.  Ricordiamo che i membri del CdA devono avere un’elevata qualificazione scientifica e che le competenze del rinnovato CdA si ritrovano tutte ne campo delle scienze sociali.

A quel punto qualcuno dovrebbe ricordare a Manfredi che il CNR è un ente di ricerca multidisciplinare e generalista. Nella sigla CNR, R sta per RICERCA e non “Rendere” (favori) o “Ricotta” (cf. link per la ricetta), insomma un Ente alla mercé del potente di turno, dove piazzare l’amico di turno che può tornare utile o per semplice scambio di favori, lasciato in balia di se stesso quando non serve.

Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Febbraio 2021 18:37
 
Un presidente quiescente ha pur sempre famiglia … PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Venerdì 13 Novembre 2020 15:38

Ricordate Harpagon, protagonista della memorabile commedia di Molière  “L’avaro (ovvero l’arte della menzogna)” ?

Ecco, dopo essersi autonominato nel CdA di una società partecipata del CNR (indennità 30.000 € annui) in piena incompatibilità, il pluri-prorogato presidente Inguscio mostra ancora una volta la natura che anima lo spirito di servizio verso il paese in piena pandemia.

 

Cosa è accaduto?

 

Il mandato del presidente Inguscio è scaduto il 17 febbraio 2020, e in virtù dell’emergenza sanitaria, è ormai alla terza proroga  grazie all'articolo 100, comma 2, del decreto-legge Cura Italia che aveva inizialmente prorogato il mandato al 31/7, per poi spostare  tale termine al 15 ottobre 2020 e dal 15 ottobre 2020 al 31 dicembre 2020.

E’ notizia recente che un emendamento all’ultimo decreto di proroga, stabilisce un termine ultimo per le proroghe al 31/1/2021, termine entro il quale si procede, in ogni caso, al rinnovo dei mandati dei componenti degli organi statutari.

 

Questa novità si affianca ad un’altra: il prof. Inguscio dal 1 novembre 2020 è collocato in quiescenza in virtù della normativa sui docenti universitari.

La normativa generale in vigore è molto chiara in proposito: l'art. 5 comma 9 del DL 95/2012 fa divieto alle PA di conferire  cariche in organi di governo a soggetti posti in quiescenza. Le stessa norma prevede poi che tali cariche siano comunque consentite a titolo gratuito.

E qui sorge il primo problema poiché il conferimento a titolo gratuito deve avvenire con un atto specifico altrimenti resta in piedi il più generale divieto di ricoprire tali cariche, e difatti è stata prevista un’eccezione specifica per il personale tecnico sanitario a cui, ferma restando la gratuità dell’incarico, non si applica la norma sopra menzionata nei provvedimenti di conferimento, proroga e rinnovo (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri - 11/08/2020, n.692).

 

In mancanza di tale norma specifica per gli EPR ed in mancanza di uno specifico conferimento a titolo gratuito, resta dunque il generale divieto di cariche in organi di governo per il personale in quiescenza, come è dal 1 novembre 2020 il prof. Inguscio.

Analogo discorso si applica all’incarico come Componente del Consiglio di Sorveglianza della Fondazione Human Technopole (per un ammontare di 30.000 €) incarico che in virtù della stessa norma può, tutt’al più, essere svolto a titolo gratuito.

 

E questo deve evidentemente preoccupare il prof. Inguscio che teme di precipitare in una situazione di indigenza, dopo aver cumulato per  un paio d’anni l’indennità di carica di presidente con l’aspettativa con assegni, concessa generosamente dall’Università privata in cui si è trasferito dal 1 maggio del 2019.

Il solo trattamento pensionistico non può bastargli e quindi ha preso carta e penna e ha scritto all’amministrazione  dell’ente che ancora presiede rivendicando l’indennità e riservandosi di adire un’azione legale verso l’ente di cui è il legale rappresentante !


 

Eppure medici in quiescenza, che assumono incarichi presso gli organi  del Ministero della salute direttamente  coinvolti nella gestione dell'emergenza sanitari, lo fanno a titolo gratuito …

Ultimo aggiornamento Venerdì 13 Novembre 2020 16:13
 
Le aree strategiche della burocrazia PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Mercoledì 22 Luglio 2020 09:29

La vicenda delle aree strategiche comunicate con il messaggio del presidente uscente Inguscio, cristallizza quello che è da tempo sotto gli occhi di tutti: il CNR è in mano ai burocrati dell’amministrazione, supportati nell’opera dalle corporazioni confederali di turno.

E quindi dopo aver speso settimane/mesi per ridisegnare le aree scientifiche, in cui i direttori di istituto e dipartimento hanno quasi coinvolto la rete scientifica, i burocrati dell’amministrazione hanno detto di no. Troppo sforzo per andare incontro alla ricerca, questo inutile orpello per un Ente di Ricerca e hanno sentenziato che le aree che ci sono vanno più che bene.

Certo il lavoro svolto  era imperfetto, fatto con la consueta fretta che accompagna le improvvise accelerazioni della gestione emergenziale del CNR, ormai ventennale. Perfettibile, restava comunque un lavoro di squadra e invece l’amministrazione ha posto il suo veto (forse ricordando i fin troppi favori agli amic-i/-che del presidente) e il documento inviato dal presidente è il frutto del nulla: pieno di ripetizioni e senza alcuna omogeneizzazione che è chiaramente il frutto di un collage dei burocra

 

Non stupisce, visto che direttori di istituto e dipartimento contano, a livello di vertice, poco più del due di briscola.

 

Chi comanda sono i burocrati affiancati da qualche ex-assegnista collaboratrice molto stretta del presidente uscente e  guarda caso, raddoppiano le aree concorsuali dei tecnologi, ma solo di quelli che sono burocrati travestiti non certo quelle dei tecnologi veri, di supporto alla ricerca, gli unici che  rispettano la definizione della figura professionale del tecnologo e che appunto l’amministrazione vede con lo stesso fastidio con cui guarda quell’inutile orpello chiamato ricerca.

E non stupisce che il numero di posti a disposizione per dirigente tecnologo sia circa la metà degli aventi diritto quando i fastidiosi ricercatori hanno percentuali di posti a disposizione ad una sola cifra, in genere cinque volte inferiori. In barba alla lettera del contratto che all’art 15, comma 5 e 6 recita: “Il numero dei posti destinati alle procedure sarà definito con riferimento al numero degli appartenenti al livello inferiore".

Di questa violazione palese del contratto, però,  le corporazioni confederali non si sono accorte e l’amministrazione è noto, considera il contratto un orpello ai loro occhi ancor meno importante della ricerca

Ma questo non è sorprendente, visto che la comunità scientifica è priva di un suo rappresentante e che le corporazioni sindacali confederali hanno assunto nel periodo di emergenza sanitaria un ruolo di sostanziale cogestione dell’Ente.

Nel frattempo - da quando la burocrazia ha definitivamente assunto il comando - le stabilizzazioni sono sparite dall’orizzonte e dallo scorso dicembre è stato imposto un incomprensibile blocco alle assunzioni a tempo determinato, essenziali per portare avanti i progetti di ricerca, questo inutile orpello che il consociativismo burocratico-sindacale mira ad espellere dagli Enti di Ricerca, puntando ai residui dei progetti per le proprie operazioni clientelari.

E i ricercatori ?

Ultimo aggiornamento Mercoledì 22 Luglio 2020 10:28
 

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