Il colore della mani di Pilato: Analisi della gestione CNR dell'emergenza COVID-19 Stampa
Scritto da Administrator   
Mercoledì 08 Aprile 2020 13:45

Analizzando retrospettivamente, il comportamento del vertice del CNR  in questa vicenda, osserviamo che si è limitato ad emettere note e circolari di pura e semplice applicazione dei decreti governativi.

La Ricerca in momenti come questi non deve essere al traino della politica ma, al contrario, deve fornire gli strumenti per assumere  decisioni, effettuare analisi e offrire scenari.

 

Eppure in data 23 febbraio 2020 (ebbene sì, sembra una data ormai remota) al primo manifestarsi dei focolai in Lombardia, Articolo33 ha chiesto di estendere a tutto il personale lo strumento di lavoro agile, già di fatto presente nel contratto per Ricercatori e Tecnologi  - l’autocertificazione del lavoro fuori sede.

Si sarebbe in tal modo incentivato il personale ad evitare di recarsi presso la sede di lavoro, affollando mezzi pubblici e frequentando luoghi affollati, ovvero quello che la ricerca conosce come principale strumento per arginare la diffusione dei focolai presenti.

 

Abbiamo insomma chiesto al vertice del CNR di fare quello che la Ricerca è abituata a fare.

 

E invece la risposta dell’Amministrazione, ostaggio delle paranoie dei sindacati confederali, è stata del tutto assente, limitandosi a recepire i decreti governativi e le ordinanze locali (e ci sarebbe mancato altro).

 

Solo a distanza di varie settimane da quel 23 febbraio 2020 l’Amministrazione ha cominciato a parlare di smart working – di cui ignorava l’esistenza – e solo dopo che il Governo ha di fatto obbligato le amministrazioni ad adottarlo.

Il vertice si è comportato esattamente come se il CNR fosse un qualsiasi ufficio pubblico con un’incapacità dunque assoluta di mostrarsi invece un’avanguardia all’interno della Pubblica Amministrazione.

D’altra parte questo è perfettamente in linea è la visione impiegatizia della ricerca che è propria della triplice.

 

Un interrogativo atroce che, retrospettivamente, non possiamo non porci: quanti contagiati e quanti morti sono la conseguenza di questa miopia ?

 

A questo punto non possiamo che sperare in un sussulto di orgoglio del presidente prorogato che si dimetta, altrimenti non si potrà che chiedere il commissariamento dell’Ente,  cosa che ormai appare  quasi scontata, per rifondarlo dalle basi con un autogoverno pieno e partecipato.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 08 Aprile 2020 15:46