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Dalla valorizzazione all’umiliazione del personale PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Mercoledì 13 Settembre 2023 09:49

Lunedì scorso si è consumato il primo atto di un disastro ampiamente annunciato, l’ennesimo sfregio alle legittime (e contrattualmente sancite) aspettative del personale di ricerca di essere valorizzato.

 

Nel pomeriggio è infatti circolata un’informativa inviata dall’Ente ai sindacati relativamente alle determinazioni in merito alle procedure selettive per le progressioni del personale ricercatore e tecnologo, oggetto di uno dei punti all’OdG della riunione del CdA del 13 settembre 2023.

 

Ebbene, mentre le anime più candide auspicavano che il punto in discussione riguardasse la formazione delle commissioni, la cui nomina ancora latita dopo più di due mesi dalla chiusura delle manifestazioni di interesse, l’informativa scaturiva invece dall’esito positivo di un ricorso, la cui sentenza ha ordinato all'Amministrazione CNR di ammettere con riserva al concorso per Dirigente di Ricerca il ricorrente, sebbene non in possesso dei requisiti come richiesti nel bando, riconoscendone di fatto l’illegittimità.

 

Poco importa se il punto all'OdG è stato doverosamente rinviato. Il punto è la gestione disastrosa di questa vicenda da parte della dirigenza e del vertice del CNR.

 

Questo ricorso – e il suo esito - non sono stati un fulmine a ciel sereno: quello vinto è soltanto uno dei tanti ricorsi che sono stati fatti a questi bandi. Infatti, la decorrenza dei titoli al 31.12.2022 era stata ampiamente criticata da molti colleghi i quali, passati di ruolo a seguito degli scorrimenti deliberati dal CdA nel 2022, sono stato esclusi dalla selezione dalla decorrenza scelta dell’Amministrazione nel redigere il bando. Il loro malcontento, legittimo o meno, era ben noto, visto che questa situazione era stata portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione, anche da parte del Consiglio Scientifico che aveva individuato le stesse criticità.

 

Per questo, sarebbe stato lecito attendersi che il CNR, nell’emanare i bandi, avesse ben chiaro questo scenario e fosse consapevole – giuridicamente e operativamente - di questa possibilità. Eppure, davanti alla sentenza negativa, l’Amministrazione invece di limitarsi ammettere il candidato escluso, o semplicemente riaprire i termini delle procedure, si appresta a revocare i bandi, perché “i candidati ai concorsi hanno acquisito una posizione di mera aspettativa di fatto” e dunque non sono lesi da questa decisione.

 

Ad essere leso infatti è tutto il personale e le sue aspirazioni, visto che non si prospetta nessun nuovo bando all’orizzonte, perché “l'Ente ha comunque già garantito un cospicuo contingente di progressioni al I livello professionale corrispondente a complessive 156 posizioni per Dirigente di Ricerca e Dirigente Tecnologo, con decorrenza degli effetti giuridici ed economici alla data dell'01.01.2023, all'uopo destinando una rilevante quota di proprie risorse finanziarie.”

 

Insomma, un gioco delle tre carte, in cui prima si bandiscono i concorsi per valorizzare il personale e poi li si revoca senza ribandirli, dicendo che il personale è già stato valorizzato e tacendo sulle proprie responsabilità.

 

In questa ennesima pessima pagina della storia recente del CNR, le responsabilità sono evidenti e ricadono sulla Presidente, sul Direttore Generale e sull’intero CdA, incapaci di redigere un bando legittimo e difenderlo, di dare una piena risposta alle esigenze di valorizzazione del personale, ma anche e soprattutto di programmare e gestire le risorse in maniera adeguata, a fronte della “normalità” tanto raccontata nei videomessaggi e del costante richiamo al merito e alla qualità della ricerca prodotta dall’Ente.

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Settembre 2023 13:14
 
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