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Unfit: perché il DG Colpani non può più continuare nel suo incarico PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Mercoledì 06 Marzo 2024 17:58

L'effrazione al potere

La vicenda inquietante e grottesca, del fallito tentativo di intimidazione a mezzo di procedimento disciplinare verso Vito Mocella, rivela l'impossibilità dell’attuale DG di proseguire nel suo incarico.

I motivi sono semplici e possono essere riassunti in: 1) opportunità; 2) senso del ridicolo.

All’impossibilità di continuare ad essere DG dopo aver usato lo strumento disciplinare in modo chiaramente improprio segue la contestazione della violazione dell’art. 2 e dell’art. 21 della Costituzione che supera, ormai, ogni comica aspettativa e va molto oltre i timidi tentativi di satira del video “incriminato”.

Vediamo in dettaglio.

I fatti. A settembre-ottobre del 2023 Vito Mocella si candida al CdA del CNR e presenta il suo programma elettorale. Esso comprende, assieme ad una visione di autogoverno democratica, anche una severa critica alla sua gestione iper-burocratica dell’Ente, conseguenza inevitabile di un’assenza di autogoverno che rende la ricerca al servizio della burocrazia e non viceversa, come accadrebbe se il CNR fosse autogovernato. L’amministrazione, comprensibilmente, non gradisce, e quando lo stesso Vito Mocella condivide un video a supporto della propria candidatura, va su tutte le furie. Il DG, che l'amministrazione dirige, segnala il video all’ufficio disciplinare con la singolare affermazione “.. ritengo che l’accostamento diretto delle figure istituzionali del CNR a note organizzazioni mafiose..

Chiunque abbia visto il video si può chiedere dove sia l’accostamento diretto.. Non l'hanno trovato gli oltre 800 firmatari della petizione a difesa del diritto di espressione nel CNR.

A questo punto avviene un miracolo: il DG, assieme all’Ufficio disciplinare, forse dotati di poteri paranormali, forse di una straordinaria memoria, effettuano una trascrizione del video che, singolarmente, ritrova l’accostamento diretto con le figure istituzionali del CNR immaginato dal DG. In psicologia si potrebbe parlare di proiezione, ma invece la memoria è vacillante, visto che è piena di errori e omissioni.

In modo particolarmente sorprendente viene infatti riferita una presenza in video dell’immagine della presidente Carrozza, nel momento in cui la canzone faceva un riferimento a Cosa Nostra (trascritto in maiuscolo o in minuscolo, a seconda di come opera il fenomeno di proiezione). Ma invece a video c’erano le immagini tratte da una puntata della trasmissione Report, che aveva indagato sulla possibile presenza dell’allora latitante Matteo Messina Denaro, attestata da una testimonianza diretta di un dipendente e dell’allora responsabile locale, oltre che da locazioni - non registrate - di ville a soggetti che - a valle dell’arresto del latitante - sono risultate collegate con chi ne aveva favorito la latitanza. Un coacervo di circostanze attualmente all’attenzione degli inquirenti e che il vertice del CNR NON può ignorare.

Il riferimento del video, piaccia o non piaccia, era chiaramente alla trasmissione in oggetto. Come si può equivocare e riferirlo alla Presidente del CNR se non con un’alterazione della trascrizione?

L’intento è chiaro: intimidazione, anche a costo di esagerare oltre il limite del buon senso in aggiunta al ridicolo. I toni ritorsivi dell’intera vicenda appaiono chiari alla lettura della contestazione. Infatti, al netto della surreale - e insostenibile - accusa di aver dipinto la Presidente del CNR come capo della Mafia, basata peraltro su una trascrizione falsa su cui sta per essere presentata una denuncia per il reato di falso ideologico, quello che si contesta veramente è il contenuto del programma elettorale.

Per non annoiare, prendiamo un solo esempio, tratto dalla contestazione:

Quelli che mai più stabilizzazioni e poi non fanno un concorso per 5 anni (a video Carrozza)” evoca l’immagine di un Ente connotato da un indebito immobilismo.

E’ davvero possibile anche solo immaginare di contestare disciplinarmente una simile circostanza che oltre ad essere una legittima critica è anche una lampante verità, in un Ente che non fa un concorso di reclutamento per R&T dal 2018? Può un DG, che mette la firma sotto una simile contestazione, continuare a mantenere l’incarico?

Il provvedimento finale (a valle delle controdeduzioni di Mocella),  è un documento scalcagnato, a tratti anche molto divertente, tanto da risultare una parodia della famosa lettera dei fratelli Caponi (Totò e Peppino).

Come commentare infatti e difendersi davanti a frasi come:

  • se può essere ritenuto accettabile con riferimento alle espressioni contenute nel video, la cui diffusione, nella narrativa che precede, è stata ritenuta non costituire ipotesi di effrazione, deve ritenersi privo di pregio giuridico con riferimento alla locuzione <<Cosa Nostra>>, in quanto oggettivamente significante, come visto, gratuita, generalizzata denigrazione della Compagine amministrativa,
  • La condotta costituente ipotesi di effrazione è rappresentata da una colposa attività diffusiva del video canzone
  • L’aver favorito, sia pur volendo intendere (ma non lasciar intendere) una critica ad asseriti verticismi decisionali in capo all’Ente integra una fattispecie di effrazione colposa
  • Il motivo difensivo non ha pregio giuridico, e comunque è affetto da carenza di interesse a contraddire, alla luce di quanto sopra enucleato in tema di conferma di ipotesi di effrazione
  • si può passare al necessario esame delle singole eccezioni difensive del dipendente, a corredo motivazionale dell’effrazione accertata
  • il nucleo essenziale della effrazione, definitivamente accertato, concerne l’espressione <<Cosa Nostra>>

A questo punto il capolavoro. L’effrazione colposa, sul cui significato si sono già chinati fiumi di filologi per capirne il significato, in un solo colpo il dipedente ha violato gli articoli 2 e 21 della Costituzione! Avete letto bene, non è uno scherzo  un simil capolavoro esiste e porta la firma del DG. Nel provvedimento si legge infatti:

  • E’ stato violato l’art. 2 Cost., in tema di rispetto dei diritti della personalità, riferibile anche agli Enti privati
  • E’ stato altresì violato, sia pur indirettamente tramite l’agevolazione della diffusione, l’art. 21 Cost., in tema di libertà di manifestazione del pensiero

La domanda è semplice: può un DG continuare a stare al suo posto dopo aver tentato una contestazione disciplinare verso un dipendente, candidato al CdA, per la critica di non aver effettuato concorsi di reclutamento da oltre 5 anni e contestargli poi una “colposa effrazione” che viola gli artt. 2 e 21 della Costituzione?

La risposta è ovviamente una e una sola: no! Non si può lasciare al suo posto chi esercita in questo modo i pubblici uffici. E’ inadatto, ed è fortemente inopportuno affidare la direzione dell’amministrazione a chi ne fa un simile uso e firma documenti tanto sconclusionati. E si badi bene, questa non è solo una questione penale-i giudici saranno chiamati a giudicare gli eventuali reati. Si tratta di opportunità. Non è possibile che resti al proprio posto chi, da un lato non accetta la critica ed usa lo strumento disciplinare, indipendentemente se la critica sia condivisa o meno.

Se l’opportunità non dovesse sembrare sufficiente, dall'altro lato c’è il senso del ridicolo. Non si può contestare ad un dipendente la violazione degli artt. 2 e 21 della Costituzione e restare DG del CNR. Vuol dire non aver capito cosa è scritto nella Costituzione, cosa tutela, e questo è strutturalmente incompatibile con un incarico di direzione generale, peraltro del maggiore Ente di ricerca italiano.

Il resto è il seguito di una storia che non meriterebbe neanche di essere raccontata: l’amministrazione guidata da Colpani fa rapidamente marcia indietro, non sa come recuperare rispetto ad una situazione che essa stessa ha creato … non vuol fare l’inversione ad U perché ha capito che il rischio è il ribaltamento, allora prova a ripiegare sull’effrazione colposa della condivisione del video che ha violato la Costituzione! Di questo si occuperà un giudice del lavoro, chiamato innanzitutto ad interpretare il testo, il che non sarà facile.

La soluzione per il CNR è una sola: le dimissioni del DG che, lo ribadiamo, prescindono da eventuali iscrizioni nel registro degli indagati per gravi reati su cui verte la denuncia penale.

E' una questione di opportunità, perché si è inadatti. Per questo non servono sentenze, serve il buon senso.

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Marzo 2024 10:12
 
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