Inchiesta Di Bitetto - Lezioni( ancora) non apprese Stampa
Scritto da Administrator   
Giovedì 16 Gennaio 2020 22:17

ovvero

errare è umano, perseverare...

 

A quasi due mesi dagli arresti dell’ex Direttore Generale del CNR Massimiliano di Bitetto e di due ex Direttori di Istituto, ultima evoluzione del maggiore scandalo che ha coinvolto il CNR fino ai massimi vertici amministrativi, è il momento di fare il punto su quanto è emerso dalle indagini.
Vale la pena ricordare che non si tratta di fatti lontani, ma che si sono protratti fino al 2017, come attesta l’inchiesta, e l’ex DG ha imperversato nelle ultime vicende del CNR fino ad esser stato visto ai primi di settembre 10 giorni prima dell'arresto aggirarsi in sede centrale ed annunciare che sarebbe tornato ad essere il nuovo Direttore Generale con la nuova presidenza.
La cronaca ha mostrato come questo progetto non sia andato in porto; inoltre, se è vero che la responsabilità penale è personale e – al momento – gli unici indagati all’interno del CNR sono i summenzionati ex DG e due ex direttori, nonché il segretario amministrativo, dalle carte dell’indagine emerge un quadro di un vertice amministrativo che ha fatto davvero poco per ostacolare quanto – da anni  – avveniva sotto i suoi occhi, finendo, nei fatti, per apparire omertoso se non connivente.

Le carte smentiscono uno dei mantra dei comunicati autoassolutori del CNR: “L’indagine nasce da una denuncia dello stesso vertice del CNR”, si legge, infatti, in ogni comunicato.
Questo è vero per l’indagine su gonfiabili e telefonini che aveva inizialmente coinvolto il solo ex segretario amministrativo, sui cui qualcuno sperava di concentrare l’attenzione giudiziaria e mediatica per nascondere ben altre magagne, ma l’indagine che ha condotto all’arresto dei tre alti dirigenti del CNR è di tutt’altra origine ed è incentrata su quella che, giornalisticamente, è stata definita la galassia D’Anselmi. 
Gli affezionati lettori della campagna LoscaRicerca conoscono bene di cosa si tratta, perché è qui che le carte sono state rese pubbliche per la prima volta evidenziando numerose anomalie, prima di sfociare in una denuncia che è – questa sì – alla base dell’inchiesta che ha condotto agli arresti. 
Le carte depositate dell’indagine confermano questo quadro in modo inequivocabile. L’allora direttrice dell’IAMC, decisiva nell’interrompere il meccanismo di acquisti alla base dell’inchiesta, riferisce agli inquirenti dell’invito dell’allora DG Annunziato (in data 13.1.2016) ad abbandonare la direzione dell’istituto, prospettando in caso contrario l’intenzione dell'allora presidente Nicolais di procedere ad una ristrutturazione dell’istituto che avrebbe comportato la decadenza dal suo incarico.
Nel marzo 2017, alla vigilia della trasmissione di Report che dà l’impulso decisivo ad un’indagine che altrimenti sonnecchiava su gonfiabili e telefonini, viene convocata una riunione per capire come far fronte a quanto emergerà nel corso della trasmissione. 
Illuminante quanto riferito in questa sede da una funzionaria che ha preso parte all'audit interno al CNR e che riferisce che l’audit i non ha evidenziato comportamenti di rilievo penale riferibili ai contratti con la cosiddetta galassia di società D’Anselmi. 
Eppure qualcuno dei partecipanti alla riunione sa che si parlerà di questo, perché in quel momento i giornalisti di Report hanno già intervistato D’Anselmi che è uscito tremando da questa intervista.
Gli inquirenti, intercettando ad ampio raggio le telefonate dei vertici dell’ente e dei vari protagonisti, inquadrano bene qual è dunque la reazione dell’Amministrazione rispetto a quanto emerge con sempre maggiore chiarezza.  
L’intento  che emerge non è mai chiarificatore rispetto a fatti che emergono in tutta la loro chiarezza all’attenzione dell’opinione pubblica.
Eppure, nell’individuare una vera e propria associazione a delinquere al cui vertice è posto proprio l’ex DG Di Bitetto, scrive il GIP che “la sistematicità con la quale negli anni sono state commesse le condotte delittuose con le medesime modalità induce a ritenere sussistente un accordo stabile per la commissione di una serie indeterminata di reati.
Queste condotte sistematiche sono state, per anni, sotto gli occhi di molti.
Quel che è chiaro è che se non vi fosse stata una denuncia degli autori della campagna LoscaRicerca, ripresa poi dalla trasmissione di Report, il DG sarebbe oggi ancora al suo posto.

 

Nella prossima puntata analizzeremo  nel dettaglio perché non è stata attivata la commissione per analizzare fatti che emergono in tutta la loro chiarezza all’attenzione dell’opinione pubblica. Ora abbiamo riscontri su quanto avevamo intuito e alle "anomalie" che avevamo denunciato con la campagna LoscaRicerca fin dal novembre 2016.

Dagli atti  emerge invece un intento che non è mai  volto a chiarire i fatti, un'azione dell’amministrazione concentrata per lo più ad evitare la commissione di inchiesta che sarebbe inevitabilmente sfociata nell’azione disciplinare a Di Bitetto &C.; la commissione avrebbe evitato il discredito subito dal CNR a causa delle conseguenze della mancata azione.


Diventa pertanto urgente e necessario ripercorrere, nelle prossime puntate, i passi salienti di questa inchiesta, che non riguarda il CNR del passato ma, purtroppo, per la gran parte anche il CNR di oggi, non solo per i personaggi coinvolti ancora attivi. ma anche per la persistente reticenza nelle vicende odierne.

Una lezione che, evidentemente, non è stata appresa: è importante fare immediatamente chiarezza appena le anomalie appaiono numerose e convergenti, evitando così di gettare ombre oscure su momenti importanti per la vita dell'Ente e discredito sul suo prestigio.


 

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 17 Gennaio 2020 12:14