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PNRR: Piano Nazionale Rapina Ricerca? PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Domenica 08 Maggio 2022 21:38

Rieccolo. Puntuale come la mosca estiva che riemerge dal materiale di cui si nutre, riappare il tentativo proditorio dell’Amministrazione Centrale di “rapinare” i fondi destinati alla ricerca, faticosamente raccolti dai ricercatori. La ghiotta polpetta di turno non poteva essere che il PNRR, evidentemente mal interpretato come Piano Nazionale Rapina Ricerca.

Le delibere 28, 41 e 124/2022 approfittano di un mero atto burocratico (l’approvazione della presentazione dei progetti) per intrufolare nero su bianco il piano delittuoso:

”...stabilire che gli overheads di progetto, dati dalla differenza tra il finanziamento ricevuto e le spese effettive sostenute dai soggetti esecutori dei progetti, saranno assegnati nella misura del 50% alla Sede Amministrativa Centrale”.

Francamente, non riusciamo neanche più a scagliarci contro la sede naturale di tali riemersioni: l’Amministrazione Centrale del CNR, di fatto un organismo a se stante, lontano anni luce dai ricercatori, che capisce di ricerca come capisce di amministrazione. Essa fa semplicemente, con schiettezza e coerenza, il suo gioco: fagocitare sempre più risorse per alimentare una macchina sempre più elefantiaca che giustifichi la richiesta di maggiori risorse, con un meccanismo che vede gonfiare come un pesce palla incarichi e retribuzioni ma che porta inevitabilmente alla morte della ricerca per asfissia.

Stupisce solo in parte che tale manovra sia portata avanti dalla Presidente Carrozza, che, come è apparso chiaro dal travaglio della nomina, ha il mandato esplicito di commissariare l’Ente.

Ci chiediamo: dov’era il rappresentante del personale eletto in CdA quando ha approvato le delibere (approvate all’unanimità, sigh)? La domanda è lecita: era consapevole? Non lo era? Dormiva? Faceva altro? Si è reso conto della portata devastante di quelle poche righe impropriamente nascoste in un atto dovuto? Probabilmente non lo sapremo, ma la sostanza non cambia. Per lui e la sua autostima, vorremmo tanto sperare che abbia avuto piena conoscenza di quanto approvato, che l’abbia condiviso provenendo egli stesso da quella Sede Centrale fagocitatrice di risorse, fregandosene della ricerca e del personale che – in qualche modo – lo ha eletto.

Possibile che non abbia sentito il dovere di informare la rete scientifica, se non prima per avvertirla del rischio incombente, quantomeno dopo la prima delibera che è di tre mesi fa (8 febbraio 2022) per informarla di questa novità sostanziale nel rapporto sede centrale – rete scientifica per la gestione dei progetti, che è certamente un primo passo verso un prelievo dai fondi di ricerca destinato a diventare stabile?

Crediamo che sia giunto il momento in cui il rappresentante eletto si interroghi se il suo contributo in CdA sia di supporto o di ostacolo per il personale che fa ricerca e, nel secondo caso, faccia l’unico gesto utile alla comunità scientifica: si levi da mezzo, magari chiedendo scusa.

Non abbiamo bisogno di un amico del giaguaro.

Cosa pensare della Presidente, che fra un video e l’altro dimentica di informarci su questo “insignificante” dettaglio per i ricercatori del CNR, figli di un dio minore rispetto ai colleghi universitari con i quali devono competere con una zavorra di un prelievo forzoso del 50%, su progetti che – in un modo o nell’altro – hanno scritto, ignorando l’esistenza del pizzo deciso alle proprie spalle?

Lo capiremo dalle azioni che intraprenderà adesso che è scoppiata la bomba.

A noi tocca la “solita” mobilitazione, con i “soliti” nuovi straordinari strumenti che siamo in grado di mettere in atto, con il “solito” effetto mediatico nazionale, che rischia di mettere in cattiva luce il CNR per cui diamo l’anima con tanta fatica e passione. Quanto tempo perso! Tempo da dedicare alla ricerca, ai pilastri del PNRR, alla scienza e alla nazione. A chi giova?

Ultimo aggiornamento Lunedì 09 Maggio 2022 08:34
 
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