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ll dissenso e le ritorsioni nel CNR atterrano in parlamento PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Mercoledì 13 Dicembre 2023 13:10

Nel CNR che si affaccia in pompa magna sul futuro tratteggiato nel piano di rilancio, pare non ci sia spazio per il diritto di critica.

L’episodio, divenuto di pubblico dominio attraverso una lettera aperta alla Presidente cui hanno rapidamente aderito oltre 500 colleghi, riguarda il procedimento disciplinare avviato contro uno dei candidati al CdA, “reo” di aver condiviso un video durante la campagna elettorale al CdA che tratteggiava, con un tono ironico, le critiche contenute nel suo programma elettorale.

Al di là del chiaro contenuto satirico del video, che evidentemente non è stato ritenuto offensivo dai 1800 elettori che hanno votato il candidato, è palese che il procedimento sia un inaccettabile tentativo dei vertici del CNR, peraltro maldestro, di affrontare il dissenso sgradito mettendolo a tacere attraverso l’intimidazione, un po’ come altri mandano la Digos a identificare i cittadini.

Si, perché non c’è altro modo per definire un procedimento disciplinare che verte direttamene sul contenuto del programma elettorale, richiamato esplicitamente nel video in questione. Proprio per questo, la questione ha avuto un’eco anche al di fuori del CNR ed è stata infatti oggetto di una interrogazione parlamentare al ministro vigilante, di cui si aspetta a breve una risposta.

Nell’assordante assenza di ogni voce dissonante all’interno del CNR, in cui tutte le tutte le figure che dovrebbe fungere da controparte, dal rappresentante del personale in CdA al sindacato, hanno ormai assunto una funzione di gestione consociativa (cf. la questione dell'interpretazione autentica dell'art. 15), è quasi scontato che i sindacati confederali con l’insolita stampella dell’ANPRI non abbiano preso alcuna posizione per un atto di intimidazione così grave, e che l’unica lodevolissima eccezione sia stata quella di USB che ha diramato un comunicato impeccabile, sottolineando che il procedimento disciplinare si configura come un gravissimo attacco alla libertà di parola nel CNR, per tutti.

Possibile che il vertice non comprenda come, senza neanche ottenere lo scopo intimidatorio, l’azione si stia rapidamente trasformando in un boomerang per un ente che mostra, così, tutta la sua debolezza nell’incapacità di gestire il dissenso?

Sarebbe opportuno che la Presidente, dando ascolto all’appello dei firmatari della lettera, si adoperasse per trovare una conclusione dignitosa per il CNR a questa vicenda, e mostrare con i fatti che nel CNR il diritto alla critica è quantomeno tollerato, se non addirittura incentivato, come dovrebbe essere in ogni sistema democratico.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Dicembre 2023 14:40
 
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