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Pilato al CNR PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Martedì 07 Aprile 2020 22:52

In un momento in cui è evidente la necessità di riportare la Ricerca al centro dell’Agenda politica nazionale e internazionale, il principale Ente di Ricerca italiano brilla per la sua totale assenza da ogni iniziativa.

 

 

La nota  del DG 002345 del 2 aprile 2020 è vergognosa.

La frase:  “... il personale potrà esercitare attività istituzionali  … e non azioni individuali di carattere extraistituzionale su base volontaria che, in questa fase, sono da valutare con estrema attenzione in relazione alla situazione epidemiologica del Paese anche alla luce dei provvedimenti restrittivi nazionali e regionali. Eventuali richieste di attività extraistituzionali pervenute ai Direttori/Dirigenti e/o Responsabili da parte di singoli dipendenti dovranno essere attentamente valutate in funzione di quanto sopra evidenziato e, soprattutto, previa adeguata considerazione delle possibili ricadute nell’ambiente di lavoro nel caso in cui vengano esercitate in condizioni e/o ambienti con rischio infettivo. “ è anche contraria alla normativa in vigore in quanto il personale ricercatore e tecnologo ha l’autonoma determinazione del proprio tempo di lavoro e non ha bisogno di alcuna autorizzazione se svolge attività di ricerca o su base volontaria e quindi  non retribuita (art.53 del d.lgs 165/01, comma 6) .

 

 

I burocrati del CNR hanno un solo scopo: evitare ogni possibile assunzione di responsabilità che potrebbe derivare dai rischi inevitabili, che sarebbe possibile controllare e minimizzare, disinteressandosi di ogni possibile apporto che il CNR può dare per contribuire ad affrontare la tragedia in corso.

 

La condizione di un Ente ormai allo sbaraglio, con un vertice in proroga ma di fatto totalmente assente e chiaramente incapace di porsi come motore ma anche come coordinatore  di iniziative di ricerca,  è resa evidente dal fatto che l’amministrazione, nel linguaggio da burocrati  che gli è proprio, si permette di dettare le regole della partecipazione alle iniziative di ricerca sul SARS-COV-2.

 

In un momento in cui tutto il Paese si stringe attorno ai coraggiosi eroi che salvano vite umane, il CNR non solo non si fa promotore istituzionale di iniziative concrete in coordinamento con altri soggetti istituzionali, non solo non mette a disposizione le sue competenze organizzative (forse inesistenti?) per mettere in sicurezza il personale che coraggiosamente si fa promotore di iniziative individuali, ma arriva di fatto a boicottarle.

 

E così, mentre la presidenza si intrattiene con raccolte di fondi della Lega di serie B o in sondaggi sullo smart working(di cui fino ad un mese fa colpevolmente ignorava l’esistenza), la parola chiave è una sola: LAVIAMOCENE LE MANI, evidentemente avendo mal interpretato il suggerimento dell’OMS che invece era di tipo igienico.

 

Laviamoci le mani delle straordinarie competenze e attrezzature che il CNR può mettere in campo, dei centinaia di real-time PCR  sparsi nei suoi laboratori, dalle capacità del suo personale di ricerca.

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 08 Aprile 2020 14:10
 
Estensione dell'autocertificazione nel periodo dell'emergenza PDF Stampa E-mail
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Mercoledì 11 Marzo 2020 12:35

Riceviamo numerosi messaggi da colleghi su come comportarsi circa le modalità di svolgimento del lavoro a casa in epoca Coronavirus.

 

Non possiamo che ricondurci al nostro messaggio del 23 febbraio 2020, quando fra i primi abbiamo invitato ad estendere – nel periodo emergenziale - a tutti i livelli la previsione dell’autocertificazione, nelle more di un’applicazione piena del lavoro agile all’interno dell’Ente.

 

Occorre eliminare  le inutili restrizioni inserite nelle comunicazioni degli scorsi giorni  che non potendosi applicare a Ricercatori e Tecnologi, per i quali vige il contratto che ricordiamolo prevede una semplice autocertificazione a fine mese, di fatto introducono un’asimmetria nella gestione dell’emergenza di cui non c’è alcun bisogno in questo momento.

 

Visto l’evolversi della situazione generale, l’amministrazione centrale non deve indugiare oltre ma accogliere la proposta che abbiamo fatto il 23/2 e che oggi appare inderogabile.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2020 13:11
 
Smart Working o Smart Sola ? PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Venerdì 06 Marzo 2020 16:04

La nota della DG del 5 marzo 2020 ha confermato l’incapacità dell’amministrazione del CNR di essere all’altezza del suo compito.

Il recepimento pieno e l’attivazione di accordi flessibili richiedevano evidentemente troppa agilità mentale

Ma oltre al pasticcio (comunicazione preventiva, restrizione di orario al periodo 8-19, su cui per ora sorvoliamo) esso contiene una restrizione  particolarmente pericolosa:

la perdita del buono pasto nel caso di attivazione del lavoro agile.

Una  restrizione non prevista dalla normativa ma partorita dalle menti agili che ieri si sono riunione attorno al tavolo, con il contributo dei confederali propugnatori delle clientele del telelavoro.

Attenzione: se questo per i livelli IV-VIII si configura come una forzatura per i livelli I-III si configura come un’aperta violazione del contratto.

Ricordiamolo ancora una volta che l’attribuzione dei buoni pasto è prevista dall’articolo 9  del CCNL 1998-2001 del 18 febbraio 2002 in vigore, che a comma 6 recita:

Al personale dei livelli III – I la consegna dei buoni pasto avviene sulla base di apposite dichiarazioni del dipendente di effettuare l’orario di lavoro di cui al comma 2.

laddove il citato  il comma 2 prevede :

Il buono pasto, viene attribuito per la singola giornata lavorativa nella quale il dipendente effettua un orario di lavoro ordinario superiore alle sei ore, con la relativa pausa.

In sintesi:

 

  • Come ben noto poi i livelli I-III non hanno alcun bisogno di attivare il codice COVID in quanto il CCNL prevede la possibilità di autocertificare il lavoro svolto fuori dalla sede, senza alcuna restrizione di luogo e di tempo, ricomprendendo quindi la propria abitazione.
  • Nessuna restrizione all’attribuzione del buono pasto rispetto alle previsioni del CCNL  può essere prevista da alcuna circolare dell’ente e Articolo 33 s’impegna a patrocinare, gratuitamente, le vertenze inevitabili che sorgeranno in caso di mancata erogazione dei buoni pasto.

 


Tale comunicazione sarà inoltrata anche al Collegio dei Revisori dei conti che deve vigilare sulla corretta applicazione del contratto e sugli oneri legali aggiuntivi, che il CNR sarà costretto ad affrontare in caso di disapplicazione del contratto.

Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Marzo 2020 17:11
 
Agile ma non veloce: smart working al CNR PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Giovedì 05 Marzo 2020 10:54

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha un’occasione storica per colmare il ritardo accumulato con gli anni nel facilitare lo Smart Working.

Eppure partiva da una situazione ideale, con un contratto di lavoro che garantisce a ricercatori e tecnologi di esercitare la propria attività di ricerca da qualunque posto, incluso il proprio domicilio, semplicemente autocertificandola. Eppure perfino l’indirizzo legislativo nazionale era chiarissimo, a partire dalla legge n. 124 del 7 agosto 2015 che all’art. 14 obbligava la Pubblica Amministrazione ad avviare una sperimentazione per l’attuazione del telelavoro.

La successiva Direttiva del presidente del Consiglio n.3 del 2017 ha fornito gli indirizzi per l’introduzione di nuove modalità di organizzazione del lavoro basate sull’utilizzo della flessibilità lavorativa, sulla valutazione per obiettivi e la rilevazione dei bisogni del personale dipendente, anche alla luce delle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.


L’emergenza COVID-19 mette a nudo tutti i ritardi accumulati dall’Ente di tipo
a) normativo: nessuna circolare o delibera dell’Ente che attui le direttive della legge n. 124

b) (dis)culturale: l’ostinato rifiuto di riconoscere la specificità dell’orario di lavoro per Ricercaori/Tecnologi; il lavoro agile seppur di fatto non oneroso per l’Ente è tuttora una chimera a vantaggio dell’obsoleto telelavoro oneroso per l’Ente (solo nell’ultima applicazione ha comportato un onere complessivo di bilancio di  318.537,10 € : 1.813,03 €  della postazione di telelavoro per i 127 nuovi beneficiari + un rimborso forfettario netto di 650,00 euro annui, per i fortunati che afferiscono all’amministrazione centrale)
c) tecnologico: nessuna strategia per una cloud ma il proliferare di soluzioni estemporanee frammentate; sistemi di posta elettronica locali a spaghetti soggetti allo stillicidio dei cambiamenti di nome e Sede; sistemi di teleconferenza inesistenti.

Ora non ci sono più attenuanti.

La circolare 1 del 2020 del Ministero della Pubblica Amministrazione rompe gli indugi e chiarisce con il recente DL  2 marzo 2020, n. 9 (“Misure  urgenti  di  sostegno  per  famiglie,  lavoratori  e  imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”) che l’obbligo per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa ha terminato la fase sperimentale (mai avviata al CNR) e pertanto opera ormai a regime.

La circolare prevede che le misure organizzative di lavoro agile costituiscano oggetto di valutazione nell’ambito dei percorsi di misurazione della performance organizzativa e individuale all'interno delle amministrazioni pubbliche.


Eppure anche in questo il CNR era in anticipo avendo introdotto uno specifico obiettivo nel 2019 per il DG (Potenziamento delle politiche di welfare riferite in particolare allo “smart working” e agli accordi di mobilità sostenibile), sfortunatamente del tutto disatteso nel corso del 2019.

 

Saprà l’Ente con un sussulto finale di efficienza recepire l’obbligo normativo prima che l’epidemia si dissolva naturalmente? Noi abbiamo qualche suggerimento immediato:


  1. Recepire con chiarezza il dettato del contratto in materia di orario di lavoro per Ricercatori/Tecnologi, sollevando dai dubbi interpretativi i molti, troppi Dirigenti ed Amministrativi (ahinoi anche colleghi) titubanti ad applicare semplicemente il contratto che, fortunatamente, in molte realtà è invece applicato correttamente consentendo l’autocertificazione della prestazione lavorativa anche presso la propria abitazione.
  2. Estendere, usando gli strumenti della contrattazione previsti dalla circolare, a Tecnici/Amministrativi le modalità di svolgimento del lavoro compatibilmente con le attività di laboratorio necessariamente da svolgere in sede.
  3. Aderire alla soluzione informatica gratuita Google Suite for Education (che offre posta elettronica illimitata, cloud illimitata, servizi specifici collaborativi per tutto il personale), adottata nella maggior parte delle Università Italiane e già sperimentata con grande successo in alcuni Istituti del CNR. Sarebbe l’unico caso nella Pubblica Amministrazione di applicazione dello smart working con un investimento negativo.

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Marzo 2020 12:43
 
Il caso Di Bitetto-3a puntata: Questa commissione non s’ha da fare ! PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Venerdì 28 Febbraio 2020 11:10

Eccoci alla terza puntata che esce pochi giorni dopo l’inizio del relativo processo.

Abbiamo visto, nelle puntate precedenti, come non corrisponda al vero che l’inchiesta sia fondata su una denuncia dell’Ente: i fatti oggetto del provvedimento sono essenzialmente quelli resi noti dalla campagna LoscaRicerca,  formalizzati poi in una denuncia alle competenti autorità che è all’origine dell’inchiesta di Report che li ha resi noti all’opinione pubblica.

Anzi (cf. prima puntata), l’allora vertice del CNR (Nicolais – Annuziato) cerca prima di far dimettere la direttrice dell’IAMC Laura Giuliano  ad inizio 2016 e dopo la puntata di Report  (primavera 2017) valuta di avviare un procedimento disciplinare  nei suoi confronti per aver “osato” concedere un’intervista nonostante il “divieto” del direttore ff dell’IAMC (Giuliano nel frattempo si era dimessa da direttrice ed era in aspettativa avendo assunto un incarico internazionale) .

Nella seconda puntata abbiamo visto come gli inquirenti sottolineino che il sistema di contratti fittizi era ben noto all’interno del CNR, che i responsabili delle società esterne avevano un accesso libero all’interno della sede centrale, disponendo persino di badge nominativi a loro rilasciati e di una stanza loro riservata.

Inoltre gli inquirenti sottolineano come vi fosse, all’interno dell’amministrazione del CNR, un clima di timore (per non dire terrore) nei confronti del gruppo che fa capo all’ex DG Di Bitetto e che il permanere di tale rete interna, che avrebbe consentito di attuare l'attività criminosa, costituisce una delle motivazioni per le esigenze cautelari che ne hanno motivato l’arresto.

 

La telefonata fra Di Bitetto ed un’alta dirigente amministrativa dell’amministrazione centrale, in data 3/4/2017, è particolarmente illuminante per illustrare il clima di ricatto incrociato che il sistema di potere dell’ex DG era in grado di esercitare anche nei confronti del presidente Inguscio.

Nel corso della telefonata, prescindendo dai discorsi personali, emerge con chiarezza il timore di entrambi verso la richiesta di una commissione d’indagine interna che il presidente sembra intenzionato ad avviare ma, come afferma Di Bitetto nel corso della conversazione, riferendosi al presidente:

però lui lo fa con la scusa del ministro per cercare di andare incontro a MOCELLA”.

 

Di Bitetto discute quindi con la sua interlocutrice che “concorda nel contestare la linea seguita dall'Ente e i due discutono della possibilità che sia nominata una commissione di inchiesta con un magistrato.”

Per neutralizzare l’avvio della commissione, che evidentemente teme, Di Bitetto illustra una doppia strategia: da un lato cerca di influenzare la composizione stessa della commissione  e dall’altra mette in atto una strategia di ostruzione :

“..io gli sto dando dei nomi e con un magistrato in pensione ... non so chi ci vorrà mettere ... cosa che credo... cosa ridicola ...beh ... per adesso io non firmo più atti non firmo più niente.. ci metto dieci anni a firmare una cosa ... mi dispiace devo tutto verificare controllare non mi convince adesso faccio un ...”

 

Dopo alcuni momenti di scambio personale con l’interlocutrice che ricorda i momenti di sofferenza seguiti a quando, nell’aprile 2016, era emersa la prima condanna per danno erariale ai danni di Di Bitetto, prosegue l’illustrazione della strategia :

"però non credo che lui possa usare un magistrato in quiescenza per fare una roba del genere ... cioè un magistrato che è magistrato non può far parte di una commissione d'indagine interna del CNR capito che ti voglio dire??? ... quindi deve trovarlo all'interno del CNR oppure prendere un professore universitario che ti posso dire .... forse ... non lo so ... ma non credo neanche devo dire la verità...quindi o prende due consiglieri Lagalla Frosini no... facciamoci a capire... per non prendere Mocella .... Lagalla Frosini e un dirigente di ricerca un direttore dell'istituto sano di mente....con l'appoggio degli uffici che gli danno le carte ...

 

La strategia di Di Bitetto è chiara, innanzitutto deve evitare che il Consigliere Mocella faccia parte della commissione perché all’ex DG è chiaro che lui ben conosce l’intreccio delle società alla base dell’inchiesta anche se, probabilmente ignora in quella fase che è proprio uno dei firmatari della denuncia alla base dell’inchiesta sulla galassia D’Anselmi:

 

“... poi diventa una guerra tutti contro tutti io questo voglio dire al CDA ...voi potete fare quello che volete fatela ... però vi dico che a questo punto come c'è stata la stessa puntata su questo che è stata costruita ad arte lo sappiamo ... io glielo dirò ... dal consigliere MOCELLA e da Laura GIULIANO ... allo stesso identico modo potrebbe esserci un gruppo di persone che fa una puntata su un'altra cosa... del come mai non si è andati a indagare sul CONTO PARALLELO ... come mai le commissioni d'indagine del CNR fanno due pesi e due misure...

 

 

Ecco affacciarsi l’altra parte della strategia messa in atto per evitare la commissione: una sorta di veto (ricatto ?) incrociato. Voi fate la commissione e allora c’è da chiedersi perché non è stata fatta una sul Conto parallelo oppure, aggiunge l’ex DG alla sua interlocutrice, evidentemente ben al corrente dei fatti…

 

E’ un fiume in piena l’ex DG e cita un concorso molto discusso :

“... io ho detto oggi però ricordati massimo che se tu la fai oggi per questo ...che è una procedura normale che ha passato il vaglio del bilancio ...delle cose... e dei ...eventuali revisori degli eventuali sorteggi ... come sai ... perchè non si dovrebbe fare sul concorso di SBERVEGLIERI me lo spieghi? cioè voglio dire perchè quel concorso che era border line perchè ha partecipato la moglie... la figlia ...ha vinto la figlia di uno che sta alla UOS dell'amico tuo... no...me lo spieghi perchè non andiamo a vedere allora le procedure concorsuali ..." ed ancora nel prosieguo".... perchè non andiamo a vedere la queste procedure che apparentemente sono andate giù .... lisce no... ma avevano dei profili di opportunità ... no... per i quali ... giustamente nessuno ha sollevato il problema ... allora adesso semplicemente perchè report ...”

 

Inoltre, da un lato l’ex DG minacca di chiedere i danni a chiunque ne chieda le dimissioni (in modo formale l’unico che lo farà in CdA è il rappresentante del personale)

...allora questa è una sfiducia nei confronti del direttore generale ... votate la sfiducia nei confronti del direttore generale ... per me va bene mi mandate via domani e c'avete una causa per i prossimi dieci anni ... a me che me frega!”

 

Dall’altro emergono le conseguenze di questo scontro, l’allora DG minaccia di bloccare l’azione amministrativa paralizzando di fatto il CNR:

“mi scrive ...ah ma le variazioni degli esteri non facciamo ... no guarda le carte non sono perfette devo controllarle poi l'ufficio bilancio ha fatto una settimana di corso a Mondello per cui ho deciso di non portare nessuna variazione di bilancio

... no ... perchè non erano pronte... mi dispiace parlane con loro io che ti faccio .. se non sono perfette non le passo ... gliel'ho detto stai attenta perchè adesso io non le firmerò se poi arrivano a me da firmarli i rinnovi sul conto terzi del personale se non c'è la copertura e se le .... non ne firmo _neanche una ..   ... io non lo faccio! io non faccio più niente ... c'è la copertura rinnoviamo ... non c'è la copertura in attesa.. qualcuno si prende la responsabilità in quel momento in attesa ... ma se poi esce un foglio di carta nel mentre... mentre tu ti prendi la responsabilità e ti fanno un Report... poi sono cazzi di chi l'ha fatto... questo ti voglio dire ... non ci sono più i presupposti di fiducia con niente ...questo ti voglio dire ... se ti dico e te lo dico ...forse non arrivato .. e te lo dico con affetto ... non ci sono i presupposti di fiducia neanche che tu ti possa prendere delle .... come dire .... discrezionalità ....".

 

Un fiume in piena l’ex DG illustra la sua strategia quando la sua interlocutrice gli chiede

“no tanto USPO allora tanto USPO se non fai le gare il problema neanche si pone ..”
,


Di Bitetto, come novello Sansone, medita di distruggere quella storicamente è una sua creatura l’USPO, l’ufficio supporto Programmazione Operativa:

“no però ti ripeto per me è uguale tanto a me non me ne frega più niente neanche di USPO però tanto quant'è vero iddio se non ci vado io e finiscono le cose io lo smonto ... non lo lascio a nessuno .. compreso Pierpaolo (incomprensibile) non lo lascio a nessuno ... lo smonto e disintegro tutto ...quindi ... così poi dopo ... vanno sotto altri dirigenti e poi la gente piange ...poi me lo racconta ... lo disintegro completamente ...come neve al sole ... fosse l'ultima cosa che faccio ... “

 

 

Il seguito della storia è noto e sotto gli occhi di tutti, la commissione d’inchiesta interna non vedrà mai la luce, al suo posto il presidente nomina una commissione di studio per l'efficienza e la trasparenza delle procedure amministrative del CNR

Un commissione di pura facciata, che già nel nome ha una finalità dl tutto diversa da quella di approfondire i fatti emersi, che non produrrà alcun atto noto.

 

Come noi anche avevamo denunciato pochi mesi dopo la sua costituzione mentre la commissione di facciata latitava, la magistratura andava avanti, effettuava perquisizioni cercava verifiche ai fatti denunciati, verifiche che poi hanno portato agli arresti.

 

Il CNR invece perdeva l’occasione di mostrarsi capace di fare pulizia dal suo interno, non avviava neanche un’azione disciplinare nei confronti di dipendenti che avevano subito una perquisizione nei propri uffici, un’azione disciplinare che avrebbe consentito di non essere superati dai fatti di cronaca con un enorme danno d'immagine per l'Ente.

 

Le intercettazioni ben illustrano il clima di quei giorni, un presidente spaventato, sotto il ricatto dell’ex DG che minaccia di rivelare altre procedure non cristalline di cui Di Bitetto (e non solo) era al corrente, sotto la minaccia di un blocco dell’azione amministrativa.

Un DG ossessionato dall'impedire la costituzione della commissione di inchiesta e sopratutto di impedire che il consigliere Mocella ne faccia parte. Questo spiega, fra l'altro, anche le motivazioni dell'impegno in prima linea di Di Bitetto nella recente campagna elettorale per il CdA, poche settimane prima del suo arresto.

 

Sarebbe stato necessario al CNR un presidente con un altro coraggio, e forse con un armadio meno ingombro per respingere le minacce e i ricatti dell’allora DG.

Speriamo che il prossimo presidente del CNR sia all’altezza del suo compito e speriamo che il Ministro, nello scegliere, consideri anche queste caratteristiche.

 

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 28 Febbraio 2020 11:43
 

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